Il 40% delle galline allevate in Italia sono ancora allevate in gabbia. Si tratta di circa 17 milioni di galline che trascorrono la loro breve vita in piccole gabbie collettive, allineate su più piani all’interno di enormi hangar senza finestre.
La legislazione europea ha proibito le gabbie “convenzionali” a partire dal 1° gennaio 2012. Questa normativa, tuttavia, consente ancora le gabbie cosiddette “arricchite”, che presentano alcuni miglioramenti rispetto alle “convenzionali”, ma molto limitati:
- Lieve aumento dello spazio per gallina (750 cm² rispetto a 550 cm², cioè un aumento pari alla superficie di una cartolina postale);
- Aggiunta di “arricchimenti” tipo posatoi, nidi artificiali, cassette per la polvere e grattatoi.
Questi miglioramenti sono comunque lontani dal rispondere ai bisogni delle galline, che rimangono incapaci di esprimere i loro comportamenti naturali fondamentali: razzolare, costruire un nido, fare il bagno nella polvere, spiegare le ali.
Per di più l’altezza ridotta delle gabbie (45 cm) non permette di avere dei posatoi sufficientemente alti da soddisfare le esigenze di “sentirsi sicure” delle galline, per cui è per loro indispensabile appollaiarsi in alto. Una gabbia, arricchita o meno, resta sempre una gabbia.
L’impatto dell’allevamento in gabbia
Mutilazione del becco
Questo ambiente povero, associato alla forte promiscuità, può generare dei disturbi del comportamento, come la pica delle penne o il cannibalismo. Per evitare questi comportamenti, le galline vengono debeccate con una lama arroventata a 650-750°, alcuni giorni dopo la nascita. Questa operazione, eseguita senza anestesia, provoca intense sofferenze, spesso di lunga durata.
La produzione di uova e l’impatto sulla salute delle galline
Le galline allevate per la produzione di uova ne depongono attualmente circa 300 all’anno, il doppio rispetto a quante ne deponevano 50 anni fa. Questi ritmi così intensi di deposizione e la mancanza di movimento provocano un depauperamento del calcio presente nell’organismo delle galline, poiché l’elemento viene massicciamente utilizzato per la formazione del guscio. Di conseguenza, le ossa delle galline diventano fragili e gli animali soffrono spesso di osteoporosi, il che aumenta il rischio di fratture fino al 30% nelle galline ovaiole allevate in gabbia.
In occasione della visita quotidiana regolamentare, è difficile per l’allevatore rendersi conto dell’effettivo stato di salute di ciascuna gallina, soprattutto nelle gabbie ai piani più alti o male illuminate. Delle galline ferite possono quindi rimanere senza cure e morire, senza che nessuno se ne accorga.