Circa 500 milioni di polli sono allevati ogni anno in Italia, di cui oltre il 90% in allevamenti intensivi, per soddisfare una domanda di carne di pollo a prezzo sempre più basso: alte densità, edifici bui e privi di ogni stimolo, rapida crescita e problemi di salute rappresentano la vita quotidiana di milioni e milioni di questi volatili.
I polli allevati per la loro carne intensivamente vivono in condizioni incompatibili con il loro benessere:
- Ad una densità che va dai 17 ai 22 polli per m², cioè una superficie inferiore a un foglio A4 per animale
- In edifici bui e spogli, privi di qualsiasi arricchimento ambientale (come posatoi, balle di paglia, ecc.)
- Sottoposti a selezione genetica per raggiungere il peso di macellazione il più rapidamente possibile
Densità di allevamento
All’indomani della schiusa, i pulcini si ritrovano in enormi capannoni, perlopiù senza finestre, che possono contenere decine di migliaia di individui. Più crescono, più le loro condizioni di vita si deteriorano. Questa sovrappopolazione provoca gravi problemi di benessere e i polli soffrono di numerose patologie. Privati di esercizio fisico, essenziale per il loro sviluppo osseo, soffrono spesso di problemi di locomozione.
La lettiera, di solito, non viene cambiata durante la durata della vita degli animali: diventa quindi progressivamente umida e si carica dell’ammoniaca proveniente dagli escrementi. Il contatto prolungato con questa lettiera provoca spesso infiammazioni cutanee nei polli.
Zampe deformate e cuore indebolito
Selezionati per avere un ritmo di crescita elevatissimo, questi polli raggiungono il loro peso di macellazione, a seconda della richiesta del mercato, in 30-40 giorni. Due volte più velocemente di 30 anni fa.
Questo ritmo così rapido è spesso associato a difficoltà di locomozione e a problemi cardiovascolari e respiratori: mentre la muscolatura cresce rapidamente, non altrettanto in fretta crescono zampe, cuore e polmoni. Milioni di polli allevati per la loro carne soffrono di dolorose deformazioni delle zampe o addirittura di paralisi. Non potendo spostarsi fino alle mangiatoie, alcuni muoiono di fame o di sete, altri milioni muoiono a causa di problemi cardiaci persino prima di raggiungere l’età di macellazione.
Fame cronica
Le condizioni di salute nei polli allevati per la loro carne sono talmente precarie che molti non riescono nemmeno a raggiungere l’età della pubertà di 18 settimane.
Ciò rappresenta un grave problema nel caso dei polli allevati per la riproduzione. Questi animali devono vivere non solo fino all’età adulta, ma rimanere anche in condizioni di salute sufficientemente buone per riprodursi. La soluzione trovata dall’industria per rallentare la loro crescita? Nutrirli con razioni estremamente limitate, dal 25% al 50% di quello che mangerebbero se avessero libero accesso al cibo.
I polli allevati per la riproduzione, frustrati e stressati, soffrono la fame in maniera cronica.
Conseguenze per la salute umana
I metodi intensivi di avicoltura hanno contribuito alla comparsa e alla propagazione di malattie quali l’influenza aviaria, con conseguenze mortali per gli esseri umani.
La carne proveniente da polli allevati intensivamente è anche una causa frequente di intossicazioni alimentari dovute a batteri, come la salmonellosi e le infezioni da Campylobacter.
Per prevenire e combattere le malattie legate alle condizioni di allevamento intensivo sono impiegati antibiotici o altri farmaci in dosi massicce, con il risultato di indebolire il sistema immunitario dei polli e di causare la comparsa di batteri resistenti ai farmaci e quindi non più debellabili.