Oltre trenta ONG di protezione animale, tra cui CIWF, hanno chiesto alle aziende alimentari europee di impegnarsi per migliorare gli standard di allevamenti dei polli allevati per la loro carne.
Le ragioni della richiesta
Le dimensioni del problema
Dati i numeri esorbitanti (mezzo miliardo solo in Italia ogni anno), l’allevamento intensivo dei polli allevati per la loro carne comporta gravi sofferenze per un numero enorme di individui.
Le criticità
- Allevamento a densità elevate, anche fino a 20 polli/m2
- Velocità di crescita molto rapida, raggiungendo il peso di mercato (~2.2 kg) in 38-40 giorni (meno di 6 settimane di età), mentre le razze a crescita più lenta ce ne impiegherebbero dai 56 ai 60 giorni. La rapidità di accrescimento è uno dei fattori principali che contribuisce a rendere scarsa la capacità di camminare dei polli
- La mancanza di attività: nelle ultime settimane di vita i polli delle razze a rapido accrescimento passano più dell’80% del loro tempo inattivi
- Ambienti sterili e non stimolanti: l’assenza di luce naturale e di arricchimenti ambientali priva gli animali di fattori che stimolano l'attività fisica e l'espressione di comportamenti naturali
La richiesta unificata
Nel 2017, più di trenta ONG europee per la protezione degli animali, tra cui CIWF, hanno formulato una richiesta unificata per migliorare gli standard di allevamento e macellazione nella filiera commerciale dei polli: lo European Chicken Commitment.
Questo standard ha lo scopo di assicurare una vita migliore a questi animali attraverso:
- L'utilizzo di genetiche migliori (a più lento accrescimento per garantire una qualità di vita migliore)
- La maggiore disponibilità di spazio vitale
- L'introduzione di luce naturale, trespoli e substrati da becchettare per stimolare l'espressione di comportamenti naturali
- L'adozione di metodi di macellazione più efficaci nel ridurre al minimo la sofferenza degli animali
- L'attuazione di sistemi di controllo da parte di enti terzi e la pubblicazione di report annuali sui progressi fatti
In Europa, più di 270 aziende hanno sottoscritto l'ECC, incluse realtà leader come KFC, Unilever, Nestlé, Danone, Elior Group, Sodexo, e il 99% del settore dei supermercati in Francia. A oggi, in Italia solo Carrefour si è impegnato a rispettare questo impegno. Compassion collabora direttamente con alcune di queste aziende.