Una video-inchiesta realizzata da Tierschutzbund Zürich (TSB) e Animal Welfare Foundation (AWF), diffusa in Italia da Compassion in World Farming (CIWF), mostra che agnelli non svezzati vengono trasportati dalla Polonia e dall’Ungheria in Italia, infrangendo il Regolamento europeo sul trasporto 2005/1. Gli agnelli sono affamati e assetati perché incapaci di abbeverarsi dai sistemi presenti sui mezzi. Ammucchiati a densità illegali vengono trasportati per viaggi ben più lunghi del limite consentito dal Regolamento.
TSB, AWF e CIWF Italia chiedono che il trasporto degli agnelli non svezzati sia vietato in UE e rilanciano la petizione di Eurogroup for Animals #Stopthetrucks, chiedendo la fine dei trasporti superiori ad 8 ore.
CIWF Italia diffonde in esclusiva in Italia le immagini realizzate da TSB e AWF che mostrano come agnelli non ancora svezzati, partendo dal sud della Polonia, siano costretti ad affrontare un viaggio superiore a 28 ore senza poter bere e mangiare, per raggiungere un macello italiano.
Agnelli non svezzati - Gli agnelli provengono da Podhale, una regione montuosa del centro-sud della Polonia, che ha una lunga tradizione nell’allevamento di pecore più piccole di quelle utilizzate in allevamenti intensivi standard e che producono meno agnelli e meno latte. Gli Italiani sembrano preferire la carne di queste pecore, che però svezzano i propri agnelli dopo 90-120 giorni. Questo svezzamento tardivo ha un impatto sui tempi di trasporto dei piccoli: molto spesso infatti gli agnelli vengono trasportati quando non sono ancora svezzati; secondo il Regolamento europeo sul trasporto 1/2005 si dovrebbe fornire loro un liquido sostitutivo adeguato dopo 9 ore di trasporto e comunque non dovrebbero essere trasportati per più di 19 ore.
Le violazioni del Regolamento - Le immagini e l’indagine di TSB e AWF, che hanno seguito il viaggio di 3 mezzi alla fine dello scorso marzo, hanno dimostrato che gli agnelli non erano in grado di utilizzare i sistemi di abbeveraggio presenti sui camion. Per questo hanno sofferto la fame e la sete: diversi agnelli sono stati ripresi mentre leccavano le sbarre in cerca di liquido. Il numero di agnelli, trasportati su camion a più livelli, superava la densità per metro quadrato consentita dal Regolamento. Lo spazio in altezza non era sufficiente e gli animali non riuscivano a tenere il capo eretto. Inoltre le strutture interne dei mezzi erano pericolose: molto spesso le zampe e il capo degli animali rimanevano bloccati nelle intercapedini provocando loro ferite.
Le richieste - Nonostante la Commissione sia stata informata della sofferenza causata a questi animali con i trasporti a lunga distanza, nulla finora è cambiato. TSB, AWF e CIWF Italia chiedono che il trasporto di agnelli non svezzati sia vietato perché è impossibile rispettare il Regolamento 2005/1: non si può fornire loro il liquido per nutrirli perché non esistono sistemi di abbeveraggio efficaci. CIWF Italia invita inoltre i cittadini ad aderire alla petizione di Eurogroup for Animals che chiede il divieto dei trasporti superiori ad 8 ore all’interno dell’UE.
L'import di agnelli avviene durante l'anno - Questi agnelli sono stati trasportati in corrispondenza del periodo pasquale, ma secondo i dati ISTAT relativi al 2016, in Italia vengono importati ovini durante tutto l’anno con picchi in estate e in dicembre. CIWF Italia chiede quindi ai cittadini di verificare la provenienza della carne, evitando quella di animali trasportati a lunga distanza, non solo per il periodo pasquale, ma durante tutto l’anno e comunque di ridurre sensibilmente il consumo di carne.