Pubblicato 05/03/2019
Raccolta firme in 20 città nel fine settimana del 9 e 10 marzo
Brambilla: “Mettere fine a crudeltà e vergogna”
Lymbery: “Oggi giornata importante, l’Italia si avvia ad essere paese senza gabbie negli allevamenti”
Raggiunta la soglia delle 600 mila firme, prosegue con decine di banchetti aperti il 9 e il 10 marzo in 20 città italiane la campagna “End the cage age” che vede 145 associazioni del continente impegnate nell’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) per chiedere alla Commissione europea di mettere fuori legge le gabbie negli allevamenti. Oggi l’occasione di fare il punto verso il necessario traguardo di un milione di firme valide in almeno sette paesi europei, durante l’incontro in Senato tra l’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, presieduto dall’on. Michela Vittoria Brambilla, e i promotori dell’ICE: Philip Lymbery, direttore generale dell’organizzazione capofila a livello europeo Compassion in world farming, e i rappresentanti delle venti associazioni italiane che aderiscono alla coalizione (Animal Law, Animal aid, Animal Equality, CIWF Italia Onlus, Lega Nazionale Difesa del Cane, Legambiente, Amici della Terra, Il Fatto Alimentare, Terra Nuova, Confconsumatori, Lega per l'abolizione della caccia, Jane Goodall Institute, Terra! Onlus, Animalisti Italiani, ENPA, LAV, Partito animalista, LEIDAA, OIPA, Lumen).
Durante l’incontro l’on. Brambilla e la sen. Loredana De Petris, vicepresidente dell’Intergruppo, hanno dichiarato il loro supporto all’Iniziativa dei cittadini europei, sottolineando la necessità, anche per il nostro Paese, di abbandonare al più presto un sistema di allevamento anacronistico che infligge agli animali enormi e ingiustificabili sofferenze. Con l’occasione, è stato anche lanciato il primo fine settimana di raccolta firme cartacee in Italia: tra il 9 e il 10 marzo saranno aperti in più di 20 città tavoli gestiti dalle associazioni che fanno parte della coalizione (in calce gli indirizzi).
“Tutti i grandi cambiamenti – ha affermato l’on. Brambilla – mettono in discussione posizioni di potere e interessi consolidati. Ma non c’è dubbio: questa Iniziativa dei cittadini europei è un’occasione imperdibile per far sentire la nostra voce. Ormai non ci sono più alibi. I media parlano di ciò che accade negli allevamenti intensivi, i consumatori sono più consapevoli e informati, il benessere animale è tema di discussione politica e perfino un fattore di marketing. Le immagini girate sotto copertura, anche in allevamenti italiani, sono sotto gli occhi di tutti. Il tempo del “non vedo, non sento, non parlo” è finito. Firmiamo, firmate tutti, per mettere fine a tanta crudeltà, a tanta vergogna”.
All’incontro è intervenuto il Direttore generale di CIWF, Lymbery, che attraverso lunghi viaggi di inchiesta, ha indagato gli impatti degli allevamenti intensivi sugli animali, le persone e l’ambiente, e li ha descritti in due documentatissimi saggi, pubblicati anche in Italia, Farmageddon e Dead Zone (2015 e 2017, Nutrimenti ed.)
“Questo – ha detto - è un momento storico per l’Unione europea: la petizione contro le gabbie ha già raggiunto quota 600.000 firme. I cittadini europei stanno dichiarando la loro volontà di mettere fine a questa crudeltà e l’Italia, con l’importantissimo incontro di oggi al Senato, dimostra di essere uno degli Stati membri pronti ad aderire in maniera concreta a questa battaglia di civiltà”.
Annamaria Pisapia, membro del comitato dei cittadini promotori dell’iniziativa e direttrice di CIWF Italia Onlus, ha aggiunto:
“Ogni anno in Italia il numero spropositato di quasi 60 milioni di animali vengono allevati in gabbia. Siamo tra i paesi in Europa con più animali in gabbia. Scrofe, conigli e galline ma persino le piccole quaglie, la cui sofferenza e persino esistenza vengono troppo spesso dimenticate. Ringraziamo l’Intergruppo per i diritti animali per l’evento di oggi, che, ne siamo certi, è il primo di una lunga collaborazione per mettere fine a questo barbaro sistema di allevamento”.
Conclude la sen. De Petris:
"L'allevamento in gabbia è una pratica crudele e anacronistica. È la dimostrazione di quanta strada dobbiamo ancora fare per migliorare da un lato il benessere degli animali, dall’altro la sostenibilità alimentare e ambientale. L'incontro di oggi dimostra inequivocabilmente che i cittadini sono molto attenti alle modalità con cui vengono allevati gli animali e al loro benessere. Noi abbiamo il dovere di ascoltare questa voce e di garantire pratiche all’insegna della qualità, della sostenibilità, e di una sensibilità etica sempre crescente. Lavoreremo insieme affinché l'Italia e il Made in Italy non rimangano indietro su questi temi".
L’ICE End the Cage Age chiede la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti nell’Unione europea. Sono oltre 300 milioni gli animali che ogni anno sono allevati in gabbie che limitano seriamente la loro possibilità di esprimere i propri comportamenti naturali.
La petizione ha già raccolto oltre 600.000 firme, e ha l’obiettivo di raggiungere il milione entro settembre. Se questo accadrà la Commissione europea dovrà pronunciarsi sull’argomento, eventualmente avviando un processo che potrebbe portare ad una iniziativa legislativa che vieti l’uso delle gabbie in tutta l’Ue.