l’Italia si schieri a favore degli sforzi della Commissione europea contro le gabbie in allevamento
Le 22 organizzazioni della coalizione End the Cage Age lanciano un appello per chiedere che il Governo appoggi Il divieto di allevamento in gabbia quale sarà proposto dalla Commissione UE in risposta all'Iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age e promuova la transizione cage-free anche a livello nazionale.
Roma, 17 Marzo 2022 - L’Italia ha un’occasione unica di ricoprire un ruolo da protagonista e cambiare il destino di oltre 300 milioni di animali allevati a fini alimentari in Europa (40 milioni a livello nazionale), che ogni anno vivono reclusi nelle gabbie degli allevamenti intensivi, annunciano le 22 organizzazioni della coalizione italiana End the Cage Age.
Il 30 giugno dello scorso anno, infatti, la Commissione europea si è impegnata a eliminare gradualmente l’uso delle gabbie negli allevamenti europei tramite una normativa dedicata - un risultato straordinario dovuto alle 1,6 milioni di persone che hanno firmato l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age. Una volta presentata, la proposta legislativa dovrà essere approvata anche dal Consiglio dell’Unione europea, formato dagli Stati Membri. Per questo è fondamentale che l’Italia sostenga senza riserva questa transizione.
Tuttavia, non solo il Governo italiano non ha ancora preso una posizione netta contro le gabbie, ma è in procinto di fare una vera e propria operazione di “sdoganamento” della produzione intensiva (e quindi anche in gabbia) tramite la proposta di decreto interministeriale SQNBA, una certificazione sul ‘benessere animale’ che - nel testo attuale - tradisce qualunque ispirazione di trasparenza e verità nei confronti di animali e consumatori.
La coalizione italiana a sostegno di End the Cage Age ha lanciato per questo un appello, chiedendo ai cittadini italiani di far sentire la loro voce e chiedere al Governo italiano di sostenere gli sforzi della Commissione europea e promuovere anche a livello nazionale una normativa che vieti la pratica abominevole di costringere esseri viventi e senzienti a vivere in condizioni di grave privazione all’interno delle gabbie.
Il risultato dello scorso giugno, con l’annuncio della Commissione, è stata una vittoria straordinaria per i 300 milioni di animali che in Europa soffrono nelle gabbie, ma non basta. Abbiamo bisogno anche del voto favorevole del Consiglio dell’Unione europea, cosa purtroppo non scontata. Sappiamo che forze in gioco più interessate al profitto che al benessere di animali e persone e del nostro futuro su questo pianeta stanno già facendo pressioni sui Governi per far cadere la proposta o rallentarne l'entrata in vigore. Per questo è necessario che i cittadini firmino il nostro appello e facciano sentire nuovamente la loro voce: il messaggio che gli italiani vogliono un’Italia e un’Europa senza gabbie deve risuonare forte e alto per farsi sentire dalla nostra politica.
Chiediamo che il Governo italiano prenda una posizione netta sulla questione, proponendo anche in materia attiva una normativa nazionale contro le gabbie. Con l’inaccettabile proposta di etichettatura di questi giorni si sta compiendo un errore clamoroso, ma si può ancora cambiare traiettoria. Abbiamo la possibilità di stare dal lato giusto della storia, non perdiamola!