Pulcini maschi, le associazioni chiedono al Governo di partire dallo schema di decreto per aumentare le tutele sul divieto di uccisione
Si è tenuta ieri presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati la conferenza organizzata da Radio Parlamentare a cui hanno preso parte parlamentari e associazioni per fare il punto sulla conclusione dei lavori relativi al decreto attuativo che vieta l’abbattimento dei pulcini maschi in Italia.
Sono trascorse alcune settimane da quando le Commissioni parlamentari hanno presentato le loro osservazioni allo schema di decreto proposto dal Governo Meloni per attuare la Legge di delegazione europea 2021, che vieta la triturazione dei pulcini maschi nell’industria delle uova. Le associazioni Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali, Animal Law Italia e LAV avevano chiesto ai membri delle Commissioni competenti di intervenire per eliminare le deroghe previste dallo schema di decreto in aggiunta a quelle già previste dalle disposizioni europee, di prevedere il limite massimo del nono giorno per il sessaggio e l’obbligo di consultazione delle associazioni prima di ricorrere agli abbattimenti in deroga.
In particolare, i pareri delle Commissioni parlamentari hanno tenuto in considerazione alcune richieste segnalate dalle associazioni per la protezione degli animali. Tuttavia, restano non vincolanti per il Governo, lasciando invariate anche le deroghe all’uccisione dei pulcini, con il rischio di ridurre l’impatto positivo del divieto di triturazione di questi animali.
In occasione della conclusione dei lavori sullo schema di decreto legislativo, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati si è tenuta una conferenza stampa promossa dall’On. Alessandro Caramiello che è stata trasmessa in streaming sulla webtv della Camera. Hanno partecipato anche l’On. Eleonora Evi, l’On. Devis Dori, l’On. Susanna Cherchi e le associazioni per la protezione degli animali Animal Equality, CIWF Italia, LAV e Eurogroup for Animals. L’incontro è stato moderato da Cristina Del Tutto, direttrice di Radio Parlamentare.
L’On. Alessandro Caramiello ha detto: “Almeno alla Camera siamo riusciti a far recepire le richieste delle associazioni nei pareri delle Commissioni relativi al decreto per rendere il divieto effettivo, ora però è necessario continuare a lavorare dentro e fuori dal Parlamento per sollecitare la maggioranza e far tutelare davvero il benessere degli animali”.
L’On. Eleonora Evi ha affermato: “Non ci sono più scuse né sul piano scientifico, né su quello tecnologico e non ce ne dovrebbero più essere neppure su quello politico. È assolutamente scorretto e controproducente mettere in piedi un decreto che è pieno di lacune e di deroghe rispetto allo spirito della legge votata nel 2022 che vieta l’uccisione dei pulcini maschi in tutte le sue forme e a cui bisogna tener fede. L’uccisione dei pulcini maschi nell’industria delle uova è infatti l’emblema di un sistema produttivo sbagliato che va scardinato”.
Flavia Piccari, Political Adviser per l’Italia di Eurogroup for Animals, ha sottolineato l’esigenza che anche in Europa venga adottato il divieto di uccisione dei pulcini maschi nell’industria delle uova: “Il divieto di abbattimento non solo risponde alla richiesta etica dei cittadini, ma è anche una scelta economicamente sostenibile. In Francia, per esempio, il costo aggiuntivo per i consumatori è stimato in 1 centesimo per confezione da sei uova. Il rapporto fra il benessere degli animali e la sostenibilità della produzione alimentare e l’ambiente è comprovato ormai anche a livello scientifico. Estendere il divieto a livello europeo, inoltre, permetterebbe di uniformare il mercato evitando così forme di concorrenza sleale tra i produttori. La tecnologia oggi permette grandi passi in avanti ed è in grado di rispondere a qualsiasi esigenza in tempi brevi. Le norme quindi possono e devono essere più ambiziose”.
“La petizione lanciata da Animal Equality nel 2020 ha raccolto le firme di oltre 110 mila cittadini italiani schierati contro la terribile uccisione di milioni di pulcini maschi appena nati. Riteniamo che gli sforzi compiuti dal Governo finora per risparmiare la vita di circa 40 milioni di pulcini rappresentino un importante passo avanti verso una maggiore protezione degli animali sfruttati a scopo alimentare, nonostante gli evidenti limiti nel testo dello schema di decreto che abbiamo più volte segnalato. Non possiamo d’altra parte fermarci qui: nessun animale può continuare a essere mercificato e trattato come scarto di produzione, in Italia e in Europa. Per questo chiediamo al Ministro della Salute Schillaci e al sottosegretario alla Salute Gemmato di dare spazio a un nuovo tavolo di confronto con le associazioni al fine di tutelare davvero i pulcini maschi”, dicono le associazioni Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e Animal Law Italia e LAV.