NOTA STAMPA: Influenza aviaria negli USA, CIWF: “Bisogna intervenire al più presto sul settore avicolo”
- Negli Stati Uniti, una grande azienda produttrice di uova ha riportato la morte di 2 milioni di galline e pollastre a causa dell’influenza aviaria
- In Texas, una persona è risultata positiva all’influenza aviaria, presumibilmente contraendo il virus da una vacca – si tratterebbe del primo caso conosciuto al mondo di infezione fra essere umano e mammifero
- Alla fine del 2023, L’Alaska Department of Environmental Conservationha registrato per la prima volta un orso polare fra gli animali uccisi dall’influenza aviaria
- Nell’agosto 2023 Compassion in World Farming ha pubblicato un report per lanciare l’allarme sull’influenza aviaria e sulla minaccia costituita per la salute pubblica dall’allevamento intensivo
Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia commenta:
“Le ultime notizie che arrivano dagli USA preoccupano, ma non sorprendono. Infatti, l’ultimo ceppo di influenza aviaria, sin da quando è emerso nel 2021, ha causato la morte di oltre mezzo miliardo di volatili allevati, si stima milioni di uccelli selvatici e anche una crescente varietà di mammiferi, destando serie preoccupazioni per la conservazione di molte specie. Proprio all’inizio di quest’anno si è diffusa la notizia della prima vittima accertata fra gli orsi polari”.
“Fino a pochi mesi fa, i casi di influenza aviaria fra le persone erano riconducibili a uno stretto contatto con pollame infetto o ambienti contaminati dal virus. Ora, per la prima volta, si parla di un contagio umano da mammifero. Più contagi di questa natura si ripeteranno, maggiore sarà il rischio che il virus evolva e acquisisca la capacità di diffondersi per contagio diretto fra le persone,” aggiunge Pisapia, e conclude: “Bisogna intervenire al più presto, riformando radicalmente il settore avicolo, e non solo. Dobbiamo mettere fine all’allevamento intensivo, o questo continuerà a fornire terreno fertile e un continuo ricambio di ospiti a nuovi e sempre più pericolosi virus.”