Icona di ricerca

Pasqua e il consumo di carne di agnello

News Icon 18/04/2014

Pasqua è alle porte e come ogni anno torna alla ribalta il tema dell’agnello.

“E’ un cucciolo, non lo mangiate!”- questo è l’appello che proviene da moltissime parti, e non solo da associazioni animaliste.

Capiamo le motivazioni di coloro che invitano ad evitare il consumo di carne di agnello a Pasqua quale primo passo verso una maggiore consapevolezza sul consumo di carne e una riduzione dello stesso, ma crediamo anche che l’enfasi sulla “giovane età” non ponga la questione in prospettiva giusta.

Vediamo perché.

Come un po’ ovunque, anche gli agnelli allevati in Italia a scopo di carne (oltre quattro milioni) hanno accesso al pascolo. La loro vita, dunque, anche se breve (sono macellati a 3-4 mesi), la trascorrono in allevamenti non intensivi, con accesso al pascolo esterno. Un privilegio di cui la grande maggioranza di tutti gli altri animali allevati per produrre cibo non beneficia. In Italia, stiamo parlando di 700 milioni animali tenuto al coperto. Polli, conigli, maiali, vacche, solo per citarne alcuni: per tutti l’unica realtà di vita è un affollatissimo recinto di un edificio chiuso, spoglio e buio in cui non possono esprimere nessuno dei propri comportamenti naturali. Molti di essi non vedono né vedranno mai la luce del sole.

Veniamo all’età: un’età di macellazione di tre o quattro mesi è indubbiamente giovane, ma siamo certi che per moltissimi degli altri animali sia diversa? Pensiamo ai polli da carne: il loro ciclo di vita varia tra i 42 e i 50 giorni. Sono poco più che pulcini quando vengono abbattuti ma l’illusione ottica è che si tratti di adulti perché questi animali sono geneticamente “programmati” per crescere così in fretta che la morte sopraggiungerebbe comunque, anche se non fossero macellati. Un vero corpo “prigione” il loro. Altro esempio: i conigli da carne, 175 milioni in Italia, che ne è il primo produttore in Europa, vengono macellati anch’essi alla stessa età degli agnelli (se non prima). E dopo avere passato quei tre mesi in una gabbia di batteria. E anche i suini non sono proprio dei matusalemme con i loro nove mesi di vita media. Tutti trascorsi in allevamenti intensivi.

Insomma vita breve contro vita breve, quella degli agnelli, con accesso al pascolo esterno, è in genere senza dubbio migliore in termini di benessere animale.

Tuttavia, vi sono delle importanti riserve sul consumo di carne di agnello. Una parte consistente degli agnelli la cui carne viene venduta in Italia vengono importati vivi per essere macellati, dai paesi dell’Est o dalla Spagna. Trasporti a lunga distanza, dunque, che causano gravi sofferenze agli animali. Se quindi non si sa per certo da dove proviene l’agnello (e molto spesso non si sa) è meglio evitare di consumarlo altrimenti si sovvenzionerebbe una pratica inaccettabile ed evitabile.

Tutti gli animali dovrebbero, infatti, essere macellati vicino al luogo di allevamento e non percorrere centinaia e migliaia di km per andare incontro alla morte. Inoltre, anche di recente sono stati purtroppo documentati nel nostro paese pesanti abusi al momento del trasporto e macellazione degli agnelli. Scene di crudeltà mista a ignoranza assoluta degli operatori.

Anche qui, nel dubbio, per evitare di comprare carne da animali trasportati e abbattuti in violazione delle leggi e che hanno patito gravi sofferenze, è meglio rinunciare.

Globe

Stai utilizzando un browser obsoleto che non supportiamo. Ti preghiamo di aggiornare il tuo browser per migliorare la tua esperienza e la tua sicurezza.  

Se dovessi avere ulteriori domande a riguardo, o qualsiasi altro problema, ti preghiamo di contattarci a info@ciwfonlus.it. Cerchiamo di rispondere a tutte le richieste entro due giorni. Tuttavia, a causa dei volumi di richieste che riceviamo, a volte potremmo metterci più tempo, ti preghiamo in quel caso di scusarci. In alternativa, se la tua richiesta è urgente, puoi contattare il nostro team di supporto al: +39 051 2960818  (le linee sono disponibili dalle 9:00 alle 17:00, dal Lunedi al Venerdì).