17/04/2015
Il filo diretto che lega il destino di maiali, polli o mucche, crudelmente ammassati negli allevamenti intensivi, a quello delle api, vittime di un attacco della moderna agricoltura intensiva, forse non è così facile da vedere, se non si ripercorre la catena alimentare degli animali da allevamento.
Dal 1985, secondo un rapporto di Greenpeace, in Europa abbiamo assistito ad una perdita commerciale di api pari al 25%, mentre negli Stati Uniti addirittura del 45%.
La maggior parte degli esperti attribuisce il calo nella popolazione delle api proprio all'intensificazione dell'agricoltura e in particolare all'uso di pesticidi chimici [1].
Ed è proprio qui che sta il legame fra api e animali da allevamento. Un terzo della raccolta mondiale di cereali e quasi tutta la produzione mondiale di soia viene utilizzato per alimentare il bestiame industriale. Cereali e soia coltivati intensivamente, facendo largo uso di quei pesticidi che stanno determinando fenomeni come la Sindrome di spopolamento delle api (Ssa), a cui fa riferimento il nostro video qui sotto. La Ssa è collegata all'uso di un gruppo di pesticidi, i neonicotinoidi, sostanze solubili in acqua, simili alla nicotina, che una volta spruzzati in terra sono assorbiti dall'intera pianta, trasformandola in quello che è stato descritto come una "fabbrica di veleno". Le piante crescono estremamente tossiche per gli insetti, comprese ovviamente le api.
Questo fenomeno costituisce un grosso problema, in America e in Europa, e di conseguenza anche in Italia, perché le api e gli altri insetti impollinatori giocano un ruolo essenziale negli ecosistemi: un terzo del nostro cibo dipende dalla loro opera di impollinazione[2]. Non solo: oltre alle coltivazioni, anche le piante selvatiche (si stima dal 60 al 90 per cento) dipendono dall’impollinazione mediata dagli insetti per riprodursi.
Cosa sta sucedendo alle api?
In questo breve video Philip Lymbery, direttore di CIWF International, parla della situazione devastante che ha trovato in California, la terra del latte e del miele, dove l’assalto chimico al paesaggio ha provocato la scomparsa delle impollinatrici naturali. Come risultato di questo, ogni anno alveari che contengono fino a 40 miliardi di api vengono trasportati qui e distribuiti manualmente fra i campi per impollinarli, prima di essere ritirati e riportati indietro. Lymbery parla poi con un apicoltore locale che sta cercando di ristabilire l'equilibrio naturale in questo ecosistema compromesso.
Quello che sta succedendo in California deve essere un ulteriore spunto di riflessione per orientare le nostre scelte alimentari e cercare, il prima possibile, di sostituire sistemi di agricoltura e allevamento intensivi con pratiche sostenibili, perché, oltre alla vita delle api e alla sofferenza di moltissimi animali, è in gioco il nostro futuro.
[1] Pesticides suspected in a mass die-off of bees, Los Angeles Times, 29 marzo 2012, http://articles.latimes.com/2012/mar/29/science/la-sci-bees-pesticides-20120330; “Confirmed: Common pesticide crashing honeybee populations around the world”, Natural News, 10 aprile 2012, http://www.naturalnews.com/035518_honey_bees_pesticides_science.html
[2] Report Salviamo le Api, pag. 2, Greenpeace http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/image/2013/rapporti/Api_in_declino.pdf