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Antibiotico resistenza

L'abuso degli antibiotici

Negli ultimi anni si sente parlare spesso di antibiotico resistenza: un tema che sta preoccupando non solo la comunità scientifica ma anche le persone comuni. Con antibiotico-resistenza si intende, in parole semplici, il fenomeno per cui alcuni batteri stanno sviluppando una resistenza agli antibiotici che utilizziamo per curarci.

La preoccupazione è fondata: ogni anno, in UE, la resistenza agli antibiotici provoca 33 mila decessi e una spesa sanitaria di 1,5 miliardi. A detta dell’OMS è “una delle maggiori minacce per la salute globale”.

Fra le cause dell'antibiotico resistenza

Una delle cause della diffusione dell’antibiotico resistenza sono gli allevamenti intensivi.
In Italia, circa il 70% degli antibiotici venduti (compresi anche quelli a consumo umano) è destinato agli animali.
Siamo il terzo maggiore utilizzatore di antibiotici negli animali da allevamento in Europa, e il nostro uso è più alto di quello di altri paesi di simili dimensioni (il triplo della Francia, il quintuplo del Regno Unito).

Negli ultimi decenni, a causa dell’intensificazione degli allevamenti, gli antibiotici sono diventati uno strumento utilizzato dall’industria della carne per mantenere in vita animali, che, una volta portati al di sopra delle loro possibilità, si ammalano con estrema facilità.

Un esempio concreto

Prendiamo ad esempio i polli cresciuti in allevamenti intensivi. I polli da carne vengono tenuti in condizioni del tutto incompatibili con il loro benessere: sono stipati a migliaia in capannoni affollatissimi – con una densità che va in genere da 17 a 22 polli/m², cioè una superficie inferiore a un foglio A4 per animale; i capannoni sono edifici bui e spogli (nessun arricchimento ambientale come posatoi, balle di paglia, ecc.); gli animali sviluppano molto spesso problemi alle zampe e patologie respiratorie e cardiache a causa della loro genetica, creata appositamente per fare giungere gli animali al peso di macellazione in tempi brevissimi (dalla nascita al macello passano solo 40 giorni).

Gli antibiotici negli allevamenti vengono usati per:

  • trattare un animale ammalato (e questo uso è ovviamente necessario)
  • trattare un gruppo di animali che è stato a contatto con quello ammalato (metafilassi)
  • trattare in modo preventivo gli animali, prima ancora che qualcuno si ammali (profilattico)

L'uso metafilattico

Tornando all’esempio dei polli, di norma nei capannoni ci sono circa 30/40.000 animali. Se uno di loro si ammala, e questo capita sovente date le condizioni pessime in cui vivono, è molto difficile isolare l’animale, curarlo ed evitare che altri si ammalino. Così, nei mangimi o nell’acqua, vengono aggiunti gli antibiotici. Questo metodo di somministrazione si chiama metafilattico: viene somministrato l’antibiotico a tutti, così l’animale malato viene curato e gli altri non si ammalano.

L'uso profilattico

A volte invece l’antibiotico viene utilizzato in modo profilattico, ovvero ancora prima che gli animali presentino dei segni clinici di una malattia, somministrando l’antibiotico a tutti.
Questo sistema si traduce in un vero e proprio abuso di antibiotici e rischia di rendere inefficaci gli antibiotici che usiamo per curarci.
Infatti, spesso gli antibiotici usati per trattare gli animali sono gli stessi che vengono usati per curare le persone.

Quindi, il sovrautilizzo di antibiotici a livello profilattico espone i batteri agli antibiotici necessari per preservare la salute umana e aumenta la presenza di ceppi di batteri antibiotico resistenti nell’ambiente. I batteri che sopravvivono al trattamento si moltiplicano e possono anche mutarsi in ceppi più virulenti, presentando anche più danni per l’uomo.

Come si diffondono i batteri antibiotico resistenti

La diffusione dagli allevamenti alle persone è purtroppo molto facile: sia tramite le carcasse degli animali, sia tramite gli impianti di ventilazione degli allevamenti e i loro sistemi di gestione rifiuti (e da lì nell’ambiente), che attraverso i trasporti (al macello o da allevamento ad allevamento) o attraverso i lavoratori degli allevamenti stessi. I superbatteri creati dall’uso irresponsabile di antibiotici penetrano nella popolazione umana, diventando una grave minaccia per la nostra salute, Per cui, farmaci efficaci potranno presto non esserlo più e il tasso di mortalità per infezioni una volta trattabili aumenterà.

Meno antibiotici in sistemi all’aperto

Non tutti gli animali che alleviamo ricevono le stesse dosi di antibiotici. Il sistema di allevamento infatti fa una grande differenza nella qualità di vita di questi animali che di conseguenza necessitano di minori quantità di farmaci.

La piattaforma “Alliance to Save Our Antibiotics”, di cui facciamo parte, ha raccolto molti studi che sostengono che negli allevamenti intensivi dove gli animali sono molto stressati, i sistemi di ventilazione sono spesso datati e di bassa qualità, gli arricchimenti ambientali scarseggiano, la selezione genetica delle razze è spinta all’estremo, si utilizzano più farmaci.

Un caso molto concreto è riportato nello studio condotto dai ricercatori del governo britannico che hanno confrontato 12 allevamenti biologici con 13 non-biologici (maiali e polli). Per kilogrammo di carne prodotta, gli allevamenti non-biologici hanno usato dalle 13 alle 330 dosi di antibiotico in più rispetto al consumo più alto che c’è stato negli allevamenti biologici. 6 dei 7 allevamenti biologici di polli e 2 dei 5 allevamenti biologici di maiali non hanno usato antibiotici durante i due anni in cui è stato condotto lo studio.

Cosa abbiamo fatto

  1. Abbiamo reso pubblici i dati del report Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali del settore avicolo per il 2014 che riportava alti livelli di resistenza, anche multipla, agli antibiotici, compresi quelli di importanza critica per l’uomo
  2. Abbiamo realizzato un'infografica informativa sull'allevamento del pollo in Italia
  3. Abbiamo inviato una lettera al Ministro Lorenzin chiedendo un piano obbligatorio e nazionale per contrastare l'antibiotico resistenza e l'obbligatorietà della ricetta elettronica del farmaco veterinario per fare i monitoraggi sul consumo di antibiotici
  4. Abbiamo lanciato una petizione al Ministro Lorenzin chiedendo un piano urgente per l'antibiotico resistenza, specificando i punti centrali sui quali basarlo
  5. Abbiamo chiesto al Ministro di includere nel piano nazionale contro l'antibiotico resistenza - sembra che verrà rilasciato entro il 2017 - il monitoraggio trasparente dei dati e la riduzione del consumo di antibiotici
  6. Insieme ad altre 20 associazioni - tra cui Legambiente, Altroconsumo, Arci, Greenpeace Italia, WWF Italia, Slow food Italia, Libera, Lipu - abbiamo chiesto al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin un incontro per parlare insieme degli impegni del governo sul fronte degli antibiotici.
  7. Insieme alle 20 associazioni italiane, abbiamo scritto al Ministro della Salute chiedendo un incontro per conoscere il Piano d’azione contro l'antibiotico resistenza ed avere un confronto prima della sua approvazione.
  8. Abbiamo denunciato come la bozza del Piano contro l’antibiotico resistenza del ministero della Salute manchi totalmente gli obiettivi sulla riduzione del consumo di antibiotici in zootecnia, proponendo un target di riduzione del consumo più efficace
  9. Abbiamo chiesto la ricetta elettronica per monitorare l'uso degli antibiotici ed entrerà in vigore a gennaio
  10. Vittoria in UE: voto storico al Parlamento europeo per vietare l'uso di massa e su gruppi di animali dal 2022
  11. Facciamo informazione per consentire ai consumatori di fare scelte d'acquisto consapevoli e nell'interesse degli animali e della nostra salute

Fonti

http://www.ciwf.org.uk/media/7247793/antibiotics-alliance-40pp-report-2015.pdf

https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(18)30605-4/fulltext

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