Qualche dubbio? Scopri di più sul mondo degli allevamenti di suini in Italia e in Europa e se ancora avessi domande, puoi scriverci. Saremo felici di fornirti informazioni precise e dettagliate.
QUANTI SONO I SUINI ALLEVATI IN ITALIA?
In Italia sono circa 13 milioni i suini macellati ogni anno. In Europa invece si contano oltre 252 milioni di suini macellati ogni anno. La Germania è il maggior produttore europeo, superando i 58 milioni di animali all’anno: circa il 25% di tutta la produzione europea. A seguire troviamo Spagna, Francia e Polonia. In questo scenario, la produzione suinicola italiana è al sesto posto.
PERCHÉ TAGLIANO LA CODA AI SUINI?
I suini allevati intensivamente subiscono diverse mutilazioni: mozzamento di una parte della coda, castrazione chirurgica senza anestesia, e talora anche riduzione degli incisivi. Troppo spesso queste operazioni sono considerate come “inevitabili pratiche di allevamento”. Nel caso della coda, il mozzamento viene praticato per evitare che i suini se la morsichino a vicenda. |
Si tratta di una operazione “preventiva”, effettuata generalmente nei primi due giorni di vita degli animali, senza anestesia o analgesia, che causa loro dolore prolungato. I suini sono animali molto attivi – passano la maggior parte del loro tempo a grufolare, ovvero a esplorare e rimestare paglia, legno e terriccio. Purtroppo negli allevamenti intensivi, dove l’ambiente non presenta alcuno stimolo, e gli animali sono ammassati in squallidi recinti, i maiali soffrono una grande frustrazione, si annoiano e non avendo del materiale adeguato su cui esprimere i propri comportamenti naturali, finiscono per manifestare il loro disagio mordendo le code dei “vicini”. Tale comportamento si diffonde molto velocemente all’interno di un gruppo di suini, diventando un vero e proprio problema sanitario e igienico.
A questo punto, la soluzione più semplice e immediata per l’allevatore è mozzare la coda. Questa operazione consiste nel rimuovere fino a 2/3 della coda utilizzando una lama calda o delle pinze taglienti e viene effettuata come si diceva senza anestesia né analgesici. La Direttiva 2008/120/CE vieta espressamente il mozzamento della coda come pratica sistematica e la ammette solo come ultima soluzione. La legge parla chiaro e dice infatti, che l’allevatore, prima di mozzare le code, deve adottare opportune misure per evitare morsicature e altri comportamenti aggressivi, tenendo conto delle condizioni ambientali e della densità degli animali. L’allevatore quindi deve innanzitutto modificare le condizioni ambientali o i sistemi di gestione inadeguati, prima di procedere con l’amputazione della coda.
SONO VEGETARIANO/VEGANO. PERCHE’ DOVREI FIRMARE?
Vi sono due importanti considerazioni da fare prima di prendere una decisione in merito. La prima, riguarda la realtà nella quale viviamo: la stragrande maggioranza della popolazione italiana mangia carne ed è ben lontana da mete vegetariane (per non dire vegane). Questo è un dato di fatto, altrimenti non si avrebbero tanti allevamenti. Per questo crediamo che un approccio pragmatico, che parli a quante più persone possibili, sia la strategia giusta per poter davvero migliorare la vita degli animali.
Sicuramente sono piccoli passi, ma è il nostro modo di fare qualcosa di concreto per gli animali che si trovano oggi negli allevamenti intensivi. Questo non significa che incoraggiamo i consumatori a mangiare carne, tutt’altro! Sicuramente ridurre il consumo di carne è uno dei modi più diretti per fare la differenza per gli animali, ma se la carne proviene da allevamenti intensivi allora non abbiamo fatto progressi.
In secondo luogo, è comprovato che gli appelli a diventare vegani o ad abolire completamente gli allevamenti sono recepiti da una percentuale bassissima della popolazione – con nostra grande stima, sia ben chiaro – e non smuovono l’industria, la politica e nemmeno la maggioranza delle persone. I numeri parlano chiaro.
Detto questo, a CIWF molti sono vegetariani e vegani. Ci accomuna però l’idea che su alcune battaglie bisogna darsi degli obiettivi raggiungibili, reali e migliorativi che possano trovare il sostegno di tutti, come questa.
IN CHE SENSO IL CONSUMO DI PRODOTTI SUINI ALLEVATI INTENSIVAMENTE PUÒ AVERE DELLE CONSEGUENZE NEGATIVE SULLA MIA SALUTE?
Un animale allevato nel rispetto del proprio benessere ha una migliore salute, uno allevato intensivamente, con i propri limiti fisiologici spinti all’estremo, diventa particolarmente vulnerabile alle malattie. Per questo subisce trattamenti farmacologici, inclusa la somministrazione a titolo preventivo di antibiotici.
Questo aumenta il rischio dello sviluppo di batteri antibiotico-resistenti. I lavoratori degli allevamenti rischiano l’esposizione a questo tipo di batteri che potrebbero poi diffondersi tra la popolazione. Il tasso di antibiotico-resistenza nell’uomo è in aumento, con gravi rischi per la nostra salute.
Scopri di più su:
www.efsa.europa.eu
Antibiotics In Animals Farming
I PRODOTTI RISPETTOSI DEL BENESSERE ANIMALE POSSONO AVERE DELLE CONSEGUENZE POSITIVE SULLA MIA SALUTE?
Sì. È stato dimostrato che carne, prodotti lattiero-caseari e uova provenienti da allevamenti che rispettano maggiormente il benessere animale contengono spesso livelli più elevati di alcuni principi nutritivi essenziali e meno materia grassa, rispetto a quelli prodotti dagli allevamenti intensivi.
Ad esempio, per quanto riguarda il suino, vi sono fino al 290% di omega-3 e fino al 200% di vitamina E in più nella carne di maiali cresciuti in allevamenti rispettosi del benessere animale rispetto a quella proveniente da allevamenti intensivi. Passare a prodotti animali rispettosi può contribuire a migliorare la propria salute, soprattutto se questi cibi vengono consumati con moderazione nel quadro di un’alimentazione equilibrata ricca di frutta e verdura.
NON SAREBBE MEGLIO SUGGERIRE LA DIMINUZIONE DEL CONSUMO DI CARNE?
CIWF non promuove prodotti di origine animale in quanto tali, ma cerca di informare i cittadini/consumatori, che per la maggior parte mangiano, tuttora, prodotti di origine animale e indirizzarli verso un consumo di prodotti che derivano da forme di allevamento più rispettose del benessere degli animali. Questo per fare sì che l’utilizzo dei prodotti rispettosi si affermi a discapito di quelli (attualmente la maggioranza) provenienti dalla zootecnia intensiva.
In quest’ottica, suggeriamo quindi di diminuire il consumo di carne, poiché rappresenta uno degli elementi fondamentali per consentire il passaggio da allevamento intensivo ad allevamento rispettoso del benessere degli animali. Diminuire il consumo di carne e sceglierla in maniera più responsabile significa anche incentivare una produzione di qualità, rispettosa dell’animale, dell’uomo e dell’ambiente.
Esistono poi scelte etiche come il vegetarianesimo e il veganismo che noi rispettiamo ma sulle quali crediamo che ognuno possa e debba intraprendere un percorso personale, in base alla propria sensibilità. I risultati che abbiamo ottenuto nel miglioramento delle condizioni di vita degli animali allevati oggi ci rendono forti del fatto che un approccio pragmatico, fondato sui piccoli passi, possa davvero fare la differenza per milioni di animali.
COME DOVREBBERO ESSERE ALLEVATI I SUINI AFFINCHÉ VENGA RISPETTATA LA NORMATIVA?
Secondo la legislazione europea per la protezione dei suini (Dir. 2008/120/CE), recepita anche in Italia (D.Lgs. 122/2011), ai suini dovrebbero avere a disposizione materiali come la paglia per consentire loro di esprimere il loro comportamento naturale di esplorazione; non si dovrebbe mozzare loro sistematicamente la coda (come “pratica” di routine) e dovrebbero essere alloggiati in locali forniti di una zona confortevole e pulita.
È VERO CHE I SUINI STANNO BENE NELLO SPORCO?
Assolutamente no. Questa è una delle “scuse” che vengono usate per giustificare gli ambienti sporchi e degradati in cui vengono allevati. Se viene dato loro abbastanza spazio, i maiali creano delle aree “funzionali” nei loro recinti, in modo da avere delle aree asciutte su cui dormire e aree separate per nutrirsi, interagire e defecare. |
COSTANO DI PIÙ I PRODOTTI RISPETTOSI?
In genere sì, anche se il costo aggiuntivo cambia a seconda della tipologia di prodotto e può variare da un minimo, come nel caso delle uova, a uno più considerevole, come ad esempio per certi tipi di carne. In ogni caso, se si adotta, come CIWF esorta a fare, un consumo alimentare consapevole, mangiando meno prodotti di origine animale, ma mangiandone di migliori, ovvero rispettosi, anche il problema dell’extra costo sarà risolto.
I SUINI MASCHI VENGONO CASTRATI?
La maggioranza dei suinetti maschi allevati in Europa vengono generalmente castrati: con lo sviluppo sessuale, infatti, i suini adulti producono molecole che in alcuni casi possono causare un odore sgradevole della carne. Questo fenomeno, noto come odore di verro, anche se di incidenza modesta (solo una piccola percentuale lo sviluppa) viene evitato dall’industria castrando i suini poco dopo la nascita; nella gran parte dei casi la castrazione viene effettuata per via chirurgica senza l’utilizzo di anestetici o analgesici, causando inutili sofferenze ai suinetti. Oltre all’impiego di anestetici, per limitare le sofferenze ai suini sono anche disponibili alcune alternative alla castrazione chirurgica, come la vaccinazione che ritarda la pubertà o la macellazione degli animali prima che abbiano raggiunto lo sviluppo sessuale.
Scopri di più su: Welfare of pigs in the European Union