Scrofe in gabbia
Animali di oltre 130kg confinati in una gabbia, ridotti a macchine per la riproduzione negli allevamenti intensivi. Sono 558.065 (Istat 2016) le scrofe che vengono allevate in Italia. La stragrande maggioranza di loro trascorre metà della propria misera esistenza in gabbia, in un ciclo continuo tra inseminazione, gestazione, parto e allattamento, per poi essere macellate all’età circa di 3 anni (ne vivrebbero circa 10).
Anche le eccellenze nascono in gabbia
Il 90% dei suini nati in Italia, ovvero nati da scrofe tenute per la stragrande maggioranza in gabbia, finisce nelle filiere del DOP. Al momento, anche le indicazioni “biologico” o “allevati all’aperto” sulle confezioni dei prodotti finiti non assicurano che la scrofa, da cui derivano quei suini, sia stata allevata fuori dalle gabbie.
Alcuni produttori che hanno ricevuto i nostri premi Good Pig o la nostra Menzione d’onore per le scrofe allevano questi animali fuori dalle gabbie. Vi sono poi altri sistemi che allevano gli animali allo stato brado o semi brado ma sono realtà minori.
Relazione mamma – piccoli
La gabbia impatta gravemente sulla libertà di movimento delle scrofe e le priva della possibilità di seguire il loro istinto nell’essere mamma. Rinchiuse in queste gabbie strettissime le scrofe non possono esprimere i loro comportamenti naturali, come fare il nido per prepararsi al parto.
L’impossibilità di esprimere i comportamenti naturali risulta estremamente frustrante per le scrofe, che le porta a sviluppare un’innaturale aggressività nei confronti dei loro piccoli (Savage). Dal canto loro anche i lattonzoli (ovvero i suinetti dalla nascita allo svezzamento) sono più aggressivi e entrano in competizione tra loro per raggiungere il capezzolo della madre.
Una base da cui partire
Nel 2001, l’Unione Europea adottava la Direttiva che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini (versione codificata 2008/120/CE). Una di queste norme riguarda il divieto parziale di utilizzo delle gabbie di gestazione per le scrofe, che è entrato in vigore il 1 gennaio 2013. Sicuramente un passo avanti, perché ha limitato il periodo che le scrofe devono passare nelle gabbie di gestazione, ma insufficiente. Infatti sia la permanenza nelle gabbie di gestazione per 4 settimane sia quella nelle gabbie di allattamento sono gravemente lesive del benessere delle scrofe.
Si pensa che la gabbia sia un male necessario per evitare che la scrofa schiacci i piccoli, utile quindi a preservare la produttività. Ma alcuni studi hanno rilevato come non sia acclarata la relazione fra uso della gabbia e riduzione della mortalità dei suinetti, quindi la necessità dell’allevamento in gabbia delle scrofe ai fini produttivi non è dimostrata.
Ci sono paesi che hanno vietato l’utilizzo delle gabbie di gestazione o di allattamento o entrambi. In Uk, Svezia, Finlandia, e Norvegia vige il divieto totale dell’utilizzo delle gabbie di gestazione. Le gabbie di allattamento sono vietate in Svezia, Norvegia e Svizzera, dove vengono utilizzati sistemi non-costrittivi per raggiungere risultati simili in termini di produzione (in base al numero di lattonzoli svezzati per scrofa).
Cosa abbiamo fatto
- SkyTG24 ha mandato in onda le immagini della nostra video inchiesta, aiutandoci a diffondere il messaggio che l’allevamento in gabbia può e deve essere superato.
- Nel 2018 abbiamo lanciato una video inchiesta girata in allevamenti di scrofe in Italia
Cosa puoi fare
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