I pesci, i più dimenticati e trascurati tra gli animali allevati a scopo alimentare, talmente bistrattati che manca, al livello UE, una normativa dedicata che li tuteli e promuova il loro benessere, non lasciano però indifferenti le persone.
Questo è quanto emerse già nel sondaggio condotto da CIWF e Eurogroup for Animals nel 2018, in 9 Stati membri, fra cui l’Italia, sul benessere dei pesci e l’attitudine dei consumatori riguardo a questo argomento.
Il lavoro di CIWF Italia sui pesci allevati inizia proprio dalle percentuali incoraggianti di quel sondaggio del 2018 (dal quale emerse, per esempio, che il 72% degli italiani pensava che i pesci potessero provare paura) e, negli ultimi anni, si è sviluppato in tre direzioni:
- Sensibilizzare sempre più persone tramite report e azioni di divulgazione sul benessere dei pesci
- Documentare la sofferenza dei pesci negli allevamenti intensivi tramite video-inchieste
- Fare pressione al livello politico, con campagne dirette a interlocutori nazionali ed europei, perché vengano implementate misure di tutela dei pesci allevati
Sensibilizzare: pesci, questi sconosciuti
Contrariamente a quanto pensano in molti, i pesci sono creature intelligenti e sensibili, che, come molti altri animali, esplorano, viaggiano, socializzano, cacciano e giocano. Alcune specie si prendono cura dei propri piccoli e utilizzano strumenti proprio come facciamo noi esseri umani. I pesci sono esseri senzienti, capaci di soffrire e di provare dolore.
Studi e ricerche recenti hanno fatto luce sulla vita complessa dei pesci, mostrando aspetti incredibili e affascinanti di questi animali.
Altra cosa che è importante comunicare sui pesci sono i numeri, crudelmente bizzarri perché questi animali hanno talmente perso la loro individualità nell’allevamento e pesca commerciale che si contano in base al loro peso, in tonnellate.
Vertiginosamente alto è il numero dei pesci allevati: unendo tutta la produzione dell'acquacoltura (pesci e altre specie animali acquatiche), la produzione globale di pesci allevati è stimata intorno agli 82,1 milioni di tonnellate (stima relativa al 2018).
Pericolosamente in decrescita il numero di pesci presenti in natura, che sta precipitando in maniera drammatica a causa dello sfruttamento intensivo della pesca: se la pesca dovesse continuare ai ritmi attuali, senza lasciare all’ecosistema marino il tempo di riprendersi, i nostri oceani potrebbero diventare praticamente deserti entro il 2050.
Gli ingranaggi oscuri dell’allevamento intensivo si sono allargati anche al mare e riguardano un numero sempre più alto di pesci. Basti pensare che anche animali marini come i polpi, creature solitarie e curiose, sono entrati nel mirino dell’acquacoltura. Per far conoscere la realtà nascosta dietro l’allevamento del polpo, nel 2021 abbiamo pubblicato il report “Allevamento intensivo del polpo – Un disastro annunciato”, che spiega gli otto motivi per cui l'allevamento intensivo del polpo è crudele, dannoso per il pianeta e deve essere fermato.
Documentare: anche i pesci sono allevati intensivamente
Per i pesci, la cui sofferenza è particolarmente poco visibile e “silenziosa”, nascosta com’è sotto la superficie, negli allevamenti intensivi sottomarini, lo strumento della video-inchiesta si è rivelato un alleato prezioso per far uscire allo scoperto e denunciare i maltrattamenti subiti da questi animali.
Video-inchiesta: allevamento e macellazione dei pesci in Europa
Nel 2018, CIWF ha condotto una video-inchiesta in allevamenti di pesci europei. Dalle immagini emerge chiaramente la totale mancanza di misure di tutela del benessere dei pesci, allevati in condizioni orribili e macellati con metodi dolorosi.
Video-inchiesta: il vero costo dell’allevamento di salmoni in Scozia
Nel 2021, abbiamo pubblicato un'inchiesta sull'industria scozzese del salmone – la più grande mai condotta su questa specifica industria – che ha rivelato una sofferenza su vasta scala, con infestazioni di parassiti e tassi di mortalità scioccanti.
Fare pressione: tutelare i pesci allevati
In concomitanza, abbiamo lanciato una petizione per chiedere al Governo scozzese di fermare l'espansione sconsiderata di questa industria e di porre fine alla sofferenza di questi animali.
Le immagini dell’inchiesta hanno fatto il giro del mondo e la campagna ha registrato una partecipazione straordinaria.
Anche i prodotti ittici riportano, in etichetta, delle informazioni sui cui i consumatori possono fare affidamento per le loro scelte d’acquisto, ma cosa ci dicono davvero le etichette del pesce? È nata dall’indagine condotta per rispondere a questa domanda la prima, grande campagna internazionale di Compassion in World Farming dedicata ai pesci, indirizzata alle principali etichette di certificazione disponibili dei prodotti ittici. Abbiamo infatti mobilitato i nostri sostenitori, invitandoli a scrivere ai responsabili delle cinque più importanti certificazioni ittiche internazionali per chiedere loro di adottare dei criteri per il benessere animale più stringenti.
La campagna successiva sui pesci puntava invece a colmare un grave vuoto legislativo a livello europeo. Nel 2022 abbiamo infatti lanciato una petizione per chiedere a DG SANTE, il direttorato nella Commissione europea responsabile delle politiche in materia di salute e sicurezza alimentare, di farsi promotrice di una legislazione sul benessere animale dei pesci allevati in Europa, che attualmente non è regolamentato da una normativa dedicata.
Negli ultimi anni della nostra storia abbiamo così gettato le basi del nostro lavoro in difesa dei pesci con un chiaro progetto: informare, sensibilizzare, documentare, mobilitare sempre più persone per tutelare anche i più bistrattati e dimenticati tra gli animali allevati a fini alimentari.
La sfida, al contempo, è quella di trasformare lo sguardo con cui questi animali sono visti e vissuti e fare in modo di “ripensare i pesci”.