L’allevamento intensivo spezza i nostri sistemi alimentari e sottrae cereali e altre risorse preziose a quanti ne hanno più bisogno.
Esiste un divario enorme tra coloro che “hanno” e coloro che “non hanno”, quando si affronta il tema della ripartizione del cibo nel mondo; circa 1 miliardo di persone non hanno abbastanza da mangiare. Attualmente questa situazione di crisi alimentare uccide più dell’AIDS, della malaria e della tubercolosi messi insieme.
Il contrasto è particolarmente violento con l’Occidente, in cui circa un miliardo e mezzo di persone sono in sovrappeso, un terzo delle quali obese. Tutto ciò compromette gli sforzi realizzati per raggiungere il primo Obiettivo di Sviluppo per il Millennio sottoscritto dalle Nazioni Unite, che si prefigge di “sradicare la povertà estrema e la fame”. Mentre l’allevamento del bestiame su piccola scala riveste un ruolo cruciale nei paesi in via di sviluppo, contribuendo alla sopravvivenza di oltre 800 milioni di piccoli allevatori poveri, l’allevamento intensivo su grande scala aggrava la crisi alimentare.
Aumento della domanda di alimenti per l’allevamento
Circa due terzi degli animali da allevamento nel mondo sono attualmente allevati su scala intensiva, in sistemi che dipendono dai cereali e dalla soia per favorire una crescita rapida e rendimenti elevati. Nonostante le vacche da latte siano naturalmente idonee al pascolo e all’erba, il loro metodo di allevamento è sempre più dipendente dai cereali e dalla soia. Questa domanda di alimenti significa, in sostanza, che mettiamo gli esseri umani in concorrenza con gli animali da allevamento: destiniamo agli animali alimenti di grande qualità, ricchi di principi nutritivi, mentre questi stessi alimenti permetterebbero di sfamare delle popolazioni.
« Oltre il 90 % dei pannelli di soia e il 60 % del mais e dell’orzo vengono coltivati per l’alimentazione degli animali. (Fonte: Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, FAO, 2006) »
Le risorse necessarie per l’alimentazione animale
La concorrenza per il cibo non è l’unico problema. Per poter coltivare questi alimenti, vengono dissodate immense distese di terra, tanto nei paesi sviluppati quanto in quelli in via di sviluppo. Consideriamo per esempio la soia, che è coltivata principalmente nei paesi in via di sviluppo. La domanda di soia ha conseguenze particolarmente gravi, poiché porta all’appropriazione delle terre da parte dei più ricchi e provoca persino violenti scontri tra le popolazioni indigene, le multinazionali e i governi.
Il problema, tuttavia, non si limita alla terra; secondo il Forum Economico Mondiale (World Economic Forum), l’allevamento intensivo costituisce un “contributo –chiave” nell’utilizzo delle risorse idriche e rappresenta l’8% di tutta l’acqua che utilizziamo nel mondo. La maggior parte di questa acqua è destinata all’irrigazione delle colture cerealicole. Una lettera pubblicata sulla rivista “Nature” indicava che in Cina «il cambiamento dei modelli di consumo alimentare è la causa principale dell’aggravarsi della carenza d’acqua. Se altri paesi in via di sviluppo seguissero la tendenza della Cina verso una alimentazione occidentale ricca di proteine animali, la carenza mondiale d’acqua sarebbe ancora più grave».
« Per produrre 1 kg di carne di manzo, occorre una superficie di terra pari a 15 volte quella necessaria per produrre 1 kg di cereali, e pari a 70 volte la superficie necessaria per produrre 1 kg di legumi. (Fonte: Center for Energy and Environmental Studies, 2005) »
Prezzi inaffrontabili per i più poveri
Nel 2011 la FAO ha dichiarato che in questi ultimi anni i prezzi alimentari sono stati spinti al rialzo, in parte a causa della crescita economica sostenuta in molti grandi paesi in via di sviluppo. Questa crescita ha avuto come risultato a) di far aumentare la pressione sui prezzi del petrolio e dei fertilizzanti e b) di fare lievitare la domanda di carne, e quindi di alimenti per animali, tenuto conto della diversificazione dei regimi alimentari. Questa tendenza al rialzo dei prezzi degli alimenti può rendere sempre più difficile l’accesso ai prodotti alimentari di prima necessità per coloro che ne hanno maggiormente bisogno.
« La crescente domanda di cereali per nutrire il bestiame [...] è suscettibile di spingere nuovamente i prezzi al rialzo, oltre il valore affrontabile dai più poveri del mondo. (Fonte: Oxfam, 2009) »
Cosa puoi fare?
L’allevamento intensivo distrugge i nostri sistemi alimentari. Intraprendendo azioni per limitare l’allevamento intensivo, non partecipiamo semplicemente a una rivoluzione agricola e alimentare, ma operiamo anche affinché ciascuno mangi a sazietà.
- Informati sui diversi metodi di allevamento degli animali
- Consulta la pagina sul Consumo responsabile.