Pubblicato 16/03/2016
Una nuova indagine, pubblicata il 15 marzo, ha mostrato quanto l’Unione Europea tenga agli animali da allevamento. Sfortunatamente, questo non si riflette nel modo in cui la maggior parte degli animali vengono allevati.
Il sondaggio effettuato in tutta europa ha rivelato che la grande maggioranza dei cittadini tiene molto al benessere degli animali e vorrebbe migliorare significativamente gli standard di allevamento. Condotto dalla Commissione Europea, l’Eurobarometro sul benessere animale 2016 è il primo del suo genere in 9 anni, ed è stato richiesto da Eurogroup for Animals, di cui è membro CIWF .
Prinicipali risultati per UE
- Il 94% dei cittadini pensa che proteggere il benessere degli animali da allevamento sia importante
- L’82% dei cittadini pensa che gli animali da allevamento dovrebbero essere tutelati meglio di quanto non lo siano ora
- Il 64% degli intervistati vorrebbero avere più informazioni sul trattamento degli animali da allevamento nel loro paese
- 9 intervistati su 10 credono che i prodotti importati dovrebbero rispettare le leggi europee sul benessere animali, e che la UE dovrebbe fare di più per promuovere la consapevolezza del benessere degli animali
- Il 68% pensa che alcune o persino la maggior parte delle decisioni sulle legislazioni sul benessere animale dovrebbero essere prese a livello europeo
- L’89% crede che la legislazione europea dovrebbe obbligare le persone ad avere cura degli animali usati per fini commerciali.
La metà dei cittadini dell’Unione europea guarda le etichette per identificare prodotti con più alti standard di benessere animale, e il 59% è disposto a pagare di più per prodotti migliori.
Principali risultati sull’Italia
- Il 40% degli intervistati pensa che il benessere degli animali si riferisca al dovere di rispettare tutti gli animali. Per il 32% invece ha a che fare con il modo in cui vengono allevati gli animali, fornendo loro una migliore qualità di vita.
- Il 47% ritiene “molto importante” proteggere il benessere degli animali e il 47% ritiene che sia “alquanto importante”
- Il 43% ritiene che “con certezza in Italia gli animali negli allevamenti dovrebbero essere protetti meglio” e il 43% ritiene che “probabilmente in Italia gli animali negli allevamenti dovrebbero essere protetti meglio”
- L’80% vorrebbero avere più informazioni su come sono trattati gli animali negli allevamenti nel nostro paese.
- Il 47% guarda le etichette per cercare prodotti animal-friendly
- Il 43% dei consumatori sarebbero disposti a pagare di più per prodotti più rispettosi del benessere degli animali
Mancanza di volontà politica
Con questi risultati eccezionali, è chiaro che le principali barriere che impediscono il miglioramento del benessere animali nell’Unione europea non sono costituite dalla popolazione che chiede cibo economico a qualsiasi costo. Invece, la mancanza di volontà politica e il bisogno di una maggiore consapevolezza sulle vere realtà dell’allevamento intensivo ci stanno tenendo fermi.
Il nostro Chief Policy Advisor, Peter Stevenson, dichiara: “Fortunatamente questo report indica che l’industria dell’allevamento intensivo troverà sempre più difficile riproporre meccanicamente il loro argomento che stanno dando alle persone quello che chiedono. Il movimento internazionale che lotta per gli animali da allevamento non può essere ignorato ancora per molto”
Dichiara Annamaria Pisapia, direttrice CIWF Italia Onlus: “Siamo molto soddisfatti che dal nuovo Eurobarometro traspaia quello che già si osserva nella società italiana, ovvero che ai cittadini del nostro paese interessa il benessere degli animali negli allevamenti. Un dato che non è sfuggito nemmeno all’industria agroalimentare, che proprio per questo moltiplica le rivendicazioni del rispetto del benessere animale che invece per lo più non applica nei propri allevamenti intensivi. E’ per questo che noi di CIWF abbiamo lanciato la campagna ‘Non nel mio piatto’, con cui vogliamo ristabilire la verità sugli allevamenti italiani contro le comunicazioni fuorvianti ed ingannevoli dell’industria. I cittadini hanno diritto di sapere da dove proviene il loro cibo, e questo ‘da dove’ include anche da che tipo di allevamento. Anche alla luce dell’ultimo Eurobarometro siamo sicuri che, se correttamente informati, saranno sempre più gli italiani che chiederanno e sceglieranno prodotti rispettosi del benessere animale.”