Pubblicato 19/06/2016
In UE, ogni anno, circa 360 milioni di pulcini maschi nati nella filiera delle uova vengono uccisi.
Vengono gasati oppure gettati in macchine trita tutto appena nati, dopo un solo giorno di vita.
La ragione di questa pratica ha origine negli anni ‘50, da quando infatti si decise di allevare razze differenti per la produzione delle uova e dei polli da carne. La prima infatti aveva la caratteristica di deporre un grande numero di uova, l’altra di crescere di peso il più velocemente possibile. Così i pulcini maschi nati da galline ovaiole, non producendo uova e non mettendo su grammi rapidamente, vengono considetati uno scarto.
L’uccisione sistematica dei pulcini maschi, pur essendo permessa dalla legge, è una pratica ritenuta dai più non etica e la ricerca scientifica si sta muovendo in questo senso.
All’Università di Leipzig, un team di ricercatori sta definendo un metodo per identificare il sesso dei pulcini durante lo sviluppo embrionale, prima ancora che siano senzienti.
In Olanda invece la start up In Ovo sta studiando un sistema per sessare gli embrioni di polli a soli 3 giorni di incubazione e selezionare le uova automaticamente in funzione del genere.
E d’altro canto lo sviluppo di nuove tecnologie è fortemente voluto anche dall’industria: la maggiore associazione dei produttori di uova negli Stati Uniti è molto interessata a capire quale sia il sistema più vantaggioso dato che ha recentemente annunciato che dal 2020 vorrebbe smettere di uccidere i pulcini.
Ciwf International ha chiesto alla Commissione di stanziare dei fondi, congiuntamente agli Stati Membri e all’industria, per sviluppare macchinari ad uso commerciale in grado di identificare il sesso dei pulcini prima della schiusa. Va comunque tenuta in considerazione la possibilità di sviluppare razze a duplice attitudine, perché questo potrebbe portare anche a un miglioramento delle condizioni di allevamento dei polli.