Pubblicato 11/10/2016
La prima giornata mondiale di mobilitazione contro il trasporto a lunga distanza di animali vivi ha fatto sentire la propria voce in ben 34 Paesi: Italia, Francia, Svezia, Inghilterra, Australia, Israele, Polonia, Repubblica Ceca, Sudafrica e molti altri. Lo scorso 29 agosto organizzazioni di protezione animale e attivisti di tutto il mondo si sono mobilitati per lanciare un messaggio comune, “Gli animali non sono merce”, in memoria del ventesimo anniversario della più grossa catastrofe mai successa legata al trasporto di animali vivi.
Gli animali non sono merce
Il 29 agosto 1996, 67 488 pecore in viaggio su una nave diretta dall’Australia alla Giordania morirono nell’incendio scoppiato a bordo dell’imbarcazione. Non venne fatto nessuno sforzo per salvare gli animali, che morirono tutti, bruciati, asfissiati o annegati. Da quel giorno, purtroppo, molte altre catastrofi simili si sono succedute in diverse parti del mondo. Maggiore è la distanza che devono percorrere gli animali, quanti più sono i rischi a cui vanno incontro: disidratazione, ferite, incidenti. Per questo insieme ad altre associazioni di protezione animale europee chiediamo che i trasporti di animali vivi non superino mai un limite massimo di ore: 8 per bovini, ovini e caprini e 4 per gli avicoli.
Una mobilitazione internazionale
Proprio in occasione della giornata mondiale di mobilitazione siamo riusciti ad attirare l’attenzione dei cittadini, dei politici e dei media sulla sorte di milioni di animali costretti a subire le crudeltà dei trasporti a lunga distanza. Grazie alla copertura ottenuta sui mezzi di comunicazione - interviste su radio locali, servizi televisivi ecc.- e sui social media , la mobilitazione “Gli animali non sono merce” ha raggiunto un pubblico di milioni di persone. Tantissimi, ben 96, gli eventi in tutto il mondo, durante i quali centinaia di attivisti e decine di organizzazioni hanno realizzato azioni di sensibilizzazione per risvegliare le coscienze sul trasporto di animali vivi a lunga distanza e hanno invitato le persone a firmare la petizione per chiedere alla Commissione Europea di mettere fine all’esportazione di animali vivi al di fuori dell’UE e di limitare il trasporto di animali vivi ad un massimo di 8 ore.
In Israele, gli attivisti hanno manifestato su una spiaggia, luogo dove spesso finiscono le carcasse degli animali portate a riva dalla corrente, infilando la testa sotto la sabbia. Nei Paesi Bassi sono state accese 7000 candele sulla spiaggia al tramonto, a formare la frase “Gli animali non sono merce” per simboleggiare gli animali morti nel disastro del 1996.