Pubblicato 10/03/2017
Il 14 marzo, nella sessione plenaria del Parlamento europeo, si terrà la votazione sul report Eck, il progetto di relazione che chiede la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti europei di conigli.
Come era da temere, l’industria cunicola ha iniziato a fare le sue mosse per cercare di screditare il report e continuare ad allevare i conigli in gabbia. Qualche giorno fa, infatti, gli eurodeputati hanno ricevuto una mail da parte dei rappresentanti degli allevatori di conigli di Francia, Spagna, Italia e Portogallo in cui si chiede loro esplicitamente di rigettare il report Eck. Sostengono che il report sia insoddisfancente per gli animali e per gli stessi allevatori. Lo definiscono pieno di errori e non basato su evidenze scientifiche. Dicono che fornisce un'immagine erronea delle pratiche di allevamento attuali.
Queste sono affermazioni molto gravi ed è inaccettabile che in una sessione plenaria del Parlamento Europeo si possano anteporre al benessere animale, un bene pubblico, gli interessi di una categoria e di un settore economico specifico.
Prendiamo posizione a favore dei conigli, twittando al Parlamento ed esprimendo la nostra preoccupazione.
Tweet to @Europarl_ITPer quanto riguarda la base scientifica, già lo scorso gennaio la Federazione Europea dei Veterinari aveva espresso un parere favorevole all’introduzione di una legislazione specie-specifica per i conigli, sottolineando che “l’attuale sistema intensivo non soddisfa le 5 libertà necessarie a garantire il benessere dei conigli” e esprimendosi favorevolmente sulla progressiva adozione di sistemi di allevamento in gruppo o in recinti park per i conigli all’ingrasso.
In merito alla presunta “immagine distorta” del settore fornita dal report, le immagini della nostra video inchiesta girata in allevamenti europei ed italiani parlano chiaro. I conigli sono ammassatti in gabbie minuscole, a contatto diretto con una rete metallica che ferisce le loro zampe. Spesso sono malati, non possono saltare e a volte non riescono nemmeno a girarsi.
E’ evidente dunque che la posizione dei rappresentanti degli allevatori è veramente assurda: nuoce al benessere degli animali e in ultimo costringe in uno stato di arretratezza tutto il comparto.
Per questo, lo ripetiamo, riteniamo inaccettabile che in una sessione plenaria del Parlamento Europeo si possano anteporre al benessere animale, che è un bene pubblico, gli interessi di una categoria e di un settore economico specifico.
Esprimiamo la nostra preoccupazione twittando al Parlamento Europeo.
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