Pubblicato 26/03/2020
Lunghe file di camion stanno mettendo a rischio le condizioni di vita degli animali trasportati vivi, sia in Europa che nel resto del mondo. Si tratta di una diretta conseguenza della chiusura dei confini a causa della pandemia che purtroppo, però, ha generato traffico e lunghe file.
CIWF, insieme ad oltre 35 ONG per il benessere degli animali, ha inviato una lettera ai leader dell'UE, esprimendo forte preoccupazione nei confronti delle linee guida proposte in risposta a COVID-19 che ignorano i gravi problemi di salute e benessere degli animali da allevamento trasportati, in particolare tra paesi dell'UE e paesi terzi.
Lo scenario
In Europa e nel mondo milioni di animali vengono ancora trasportati per migliaia di chilometri, spesso senza potere bere o mangiare per tantissime ore, in condizioni terribili con sofferenze che possono portare fino alla morte.
Il confine fra Turchia e Bulgaria, già oggetto di un report del 2016 che evidenziava ripetute infrazioni e sofferenze inimmaginabili per gli animali, non rappresenta purtroppo un caso isolato. Infatti anche in Europa le associazioni hanno riportato infrazioni ripetute durante i trasporti di animali vivi.
Da anni CIWF lavora per mettere fine ai trasporti a lunga distanza: gli animali andrebbero ingrassati e macellati il più vicino possibile al loro luogo di nascita e il trasporto a lunga distanza sostituito con l’export di carni surgelate.
I rischi attuali: code infinite e tempi di attesa interminabili
In questo momento, ai veicoli che trasportano animali da allevamento viene rifiutato l'ingresso in Croazia, la situazione risulta complessa anche al confine tra Lituania e Polonia e anche sul lato tedesco sempre del confine con la Polonia, dove nei giorni scorsi si è arrivati fino a 18 ore di attesa. Anche i veicoli che si trovano al confine tra Bulgaria e Turchia hanno vissuto una situazione simile: i conducenti che trasportano animali vivi hanno dichiarato all'ONG Animal’s Angels di aver avuto bisogno di tre ore per spostarsi di 300 m.
Olga Kikou, direttrice dell’ufficio UE di Compassion in World Farming, ha chiarato:
Il commercio di animali vivi non solo minaccia la salute e il benessere degli animali, ma minaccia anche la nostra salute. I conducenti, i gestori di animali, i veterinari, i dipendenti pubblici e le loro famiglie possono essere facilmente infettate. A differenza di altri che entrano ed escono dall'UE, non sono tenuti in quarantena. Stiamo mettendo a rischio loro e noi stessi.
La crisi in cui ci troviamo ha inevitabilmente messo in luce problematiche che non possono più essere ignorate e sulle quali possiamo agire per il rispetto del benessere animale, la salute delle persone e la sostenibilità del pianeta. Il trasporto di animali vivi è una di queste: una pratica crudele che oggi più che mai evidenzia drammatiche conseguenze per gli animali e gli esseri umani.