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E se potessimo donare a tutti la libertà?

News Section Icon Pubblicato 03/03/2022

Di seguito una traduzione dell’articolo “Bringing landscapes bursting to life the nature-friendly way”, dal blog del Direttore globale di Compassion in World Farming Philip Lymbery.
Online anche l’articolo originale.

Bovini Longhorn nella tenuta di Knepp Wildland, Inghilterra
Bovini Longhorn nella tenuta di Knepp Wildland, Inghilterra | Foto di Philip Lymbery

Come far rinascere il paesaggio rispettando la natura

Chiudete gli occhi e pensate ai luoghi da cui proviene il cibo migliore che abbiate mai mangiato: cosa vi viene in mente?

Le risposte a questa domanda che ricevo più di frequente sono: soleggiate colline ondulate costellate da vacche o pecore al pascolo, frutteti percorsi da galline libere di razzolare, un puzzle infinito di campi coltivati, alti e ondeggianti fusti di grano turco, mais e orzo, il ronzio delle api. Sono immagini queste che richiamano paesaggi variegati, luoghi da visitare e da cui ammirare panorami mozzafiato.

paesaggio con fiori selvatici degli Appennini
Appennini | Foto di Philip Lymbery

Queste risposte non sono solo giuste, ma anche etiche.

Ciò che ho imparato viaggiando è che quando gli animali vengono reintrodotti nei propri habitat nella maniera giusta, all’interno di fattorie eterogenee gestite con criterio nel rispetto dei principi della rotazione, accadono cose meravigliose: i paesaggi tornano in vita e innumerevoli vantaggi iniziano a materializzarsi per i contadini, gli allevatori, i consumatori, l’ambiente locale, le foreste vicine e lontane, ma soprattutto per il benessere animale.

La salute e il benessere degli animali

bovini che brucano erba in Scozia
Scozia | Foto di Philip Lymbery

Gli animali allevati all'aperto hanno la possibilità di muoversi liberamente: possono correre, saltare e svolazzare come meglio credono, possono razzolare, raspare, pascolare e beccare, possono godersi l'aria fresca e il calore del sole, possono rotolarsi nell’erba, nella polvere o rinfrescarsi nel fango. In poche parole, possono esprimere liberamente la propria natura, un elemento cruciale delle linee guida riconosciute a livello internazionale con il nome di “cinque libertà”.

Ricevere in dono questa libertà è importantissimo per gli animali. Me ne rendo conto ogni mattina quando apro il pollaio delle galline: l’entusiasmo con il quale si lanciano una dietro l’altra verso l’uscita è innegabile.

È davvero troppo chiedere di donare a tutti gli animali questo tipo di libertà? Non dovrebbe forse essere un diritto fondamentale?

Tutto ciò che gli animali ci chiedono è di avere dello spazio in cui vivere la propria vita. In cambio, l’umanità riceve animali più contenti, più sani e meno proni ad ammalarsi.

Garantire loro questa libertà va inoltre a vantaggio dell’ambiente e della fauna selvatica, oggetto dei festeggiamenti della giornata mondiale che si celebra ogni anno il 3 di marzo. Questa giornata rappresenta l’occasione per mettere in evidenza le specie animali e vegetali più in pericolo di estinzione e promuovere l’adozione di misure per proteggerle. Il tema scelto quest’anno, “salvare le specie chiave per far rinascere gli ecosistemi”, riflette appieno l’urgenza con la quale, oggi più che mai, dobbiamo affrontare la crisi della biodiversità e comprendere il ruolo centrale che deve essere attribuito alla natura.

Permettere agli animali di vivere in condizioni che ne salvaguardino davvero il benessere offre un vantaggio cruciale: la protezione della natura.

Un terreno migliore

Quando gli animali sono liberi di muoversi, il terreno che occupano si rigenera automaticamente. La luce del sole, il terreno, la vegetazione e gli escrementi degli animali allevati contribuiscono al millenario ciclo dell’azoto, che permette di rinnovare in maniera naturale la fertilità del terreno. Gli escrementi di animali naturalmente sani (e quindi non soggetti a trattamenti chimici) sono degli alveari brulicanti di vita che ospitano una miriade di insetti, come per esempio gli scarabei stercorari, la cui missione è quella di trasportare sottoterra piccole quantità di quello che si trasformerà poi in concime.

Nei terreni sani si viene a creare un magico cerchio della vita grazie alla presenza di moltissime creature: dai vermi agli acari corazzati, dai collemboli a tutta una serie di piccoli, quasi microscopici, organismi. Le loro dimensioni sono inversamente proporzionale al contributo che danno alla nostra sopravvivenza. La presenza di queste creature è infatti cruciale: non solo permette di mantenere il terreno fertile, compatto, drenato e arieggiato, ma interviene anche del processo di decomposizione dei tessuti animali e delle fibre vegetali, così come nel rilascio di sostanze nutrienti e nella loro conversione in composti utilizzabili dalla vegetazione. I vermi, forse le creature più importanti che si trovano nello strato superficiale dei nostri terreni, si moltiplicano miscelando i nutrienti e facendo emergere gli ingredienti necessari alla crescita ottimale delle piante.

Ecosistemi sani

Ape su un fiore
Api | Foto di Philip Lymery

La varietà dei paesaggi, ricchi di piante e fiori, risulta così maggiore e ciò permette di richiamare impollinatori indispensabili come bombi, sirfidi, farfalle, coleotteri e falene. Tali ambienti rivitalizzati offrono riparo e dimora a roditori e a creature di piccole dimensioni, che a loro volta richiamano uccelli predatori come i barbagianni. Semi e insetti attirano invece uccelli allevati a fini alimentari, fornendogli sostentamento tanto durante i mesi invernali più inclementi così come durante l’estate, quando bisogna sfamare i pulcini affamati.

Portare al pascolo gli animali invece che utilizzare mangime a base di cereali coltivati richiede un minore impiego di risorse idriche, che dovrebbero altrimenti essere sottratte a fiumi e falde. Questo tipo di mangime richiede infatti una quantità d’acqua quaranta volte superiore all’erba e diminuirne il consumo aiuterebbe ad alleviare la costante pressione sui corsi d’acqua.

Per salvaguardare le foreste e i boschi sopravvissuti finora è necessario diminuire la richiesta di ulteriori terreni da dedicare alla coltivazione, limitando l’allevamento con mangime a base di grano così come della carne ad alto dispendio di risorse. In questo modo, gli alberi che altrimenti cadrebbero sotto i colpi delle motoseghe potranno continuare a rimuovere anidride carbonica dall’atmosfera e a trasformarla in ossigeno a beneficio dell’umanità intera.

Il cibo di madre natura

foto ravvicinata di un cardellino
Cardellino | Foto di Philip Lymbery

Gli ingredienti provenienti da fattorie o allevamenti amici dell’ambiente hanno un sapore migliore e molto più intenso: questo il commento unanime che ho sentito una volta dopo l’altra durante i miei viaggi.

Visitando continenti diversi e parlando con chi si occupa di coltivare gli alimenti che utilizziamo per cucinare ho scoperto che quando gli animali vengono restituiti ai propri habitat in modo corretto, all’interno di allevamenti eterogenei gestiti con criterio e nel rispetto dei principi della rotazione, i paesaggi tornano in vita.

Aiutare le nostre campagne a tornare in vita è semplicissimo: basta scegliere di ridurre il consumo di carne, uova e latticini optando al contempo per prodotti di origine animale di qualità, che provengano da allevamenti dove viene offerta una vita degna agli animali e che garantiscano il benessere animale tramite l’allevamento al pascolo, all'aperto o biologico.

L’aria che respiriamo, l’acqua che ci disseta, il cibo che ci nutre: la natura si prende cura del nostro benessere con tutti questi doni. Non c’è occasione migliore per celebrarli della Giornata mondiale della fauna selvatica.

Globe

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