Il 25 settembre si avvicina, insieme alle prossime elezioni politiche. Con altre associazioni di protezione animale, abbiamo rivolto a partiti e ai loro candidati un appello con alcune richieste su temi fondamentali per la protezione degli animali, inclusi quelli allevati a scopo alimentare.
Animali di serie b?
Mentre raccogliamo le adesioni – aggiornate sul sito ancheglianimalivotano.it –, abbiamo anche dato uno sguardo al programma dei partiti.
Una cosa è chiara: c’è ancora molto da fare per sensibilizzare i decisori politici sull'allevamento intensivo e sulla tutela degli animali allevati a fine alimentare.
Infatti, se fra i partiti ci sono punti unificanti relativi alla tutela degli animali domestici e alla prevenzione del randagismo, troppe poche forze politiche si sono espresse sui punti sollevati per garantire la tutela degli animali allevati a fini alimentari. Manca, infatti, nella maggior parte dei programmi la volontà di avviare le azioni necessarie per abbandonare il sistema dell’allevamento intensivo, così deleterio per animali e ambiente.
Troppo spesso, gli animali allevati a fini alimentari – creature senzienti al pari di tutti gli altri animali – vengono trattati come fossero di serie B, non meritevoli della stessa dignità e protezione di tutti gli altri animali.
Quali partiti hanno dato un’adesione completa (fino ad ora)
Aderendo a tutte le macro-aree del manifesto, Alleanza Verdi–Sinistra, Movimento 5 Stelle, Unione Popolare, Italexit e Italia Sovrana e Popolare sono stati i primi partiti a impegnarsi per il benessere degli animali allevati a fini alimentari.
In alcuni casi, l’impegno completo è stato assunto in occasione di incontri e confronti con le associazioni e successivamente confermato per iscritto dai responsabili nazionali. Questi partiti hanno fatto proprie tutte le proposte avanzate dalle associazioni animaliste, inclusa una moratoria sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi e la realizzazione di un programma di riduzione degli animali allevati.
L’Italia al bivio
Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia, commenta: “Ci troviamo a un bivio fondamentale per il nostro Paese: o il prossimo Governo sceglierà la strada della vera sostenibilità, che non può prescindere dall’abbandono del sistema intensivo di allevamento, o continuerà il ‘business as usual’, continuando a sostenere il crudele e inquinante modello zootecnico intensivo dominante”.
È fondamentale cambiare strada, e portare l’allevamento intensivo a fine corsa, in Italia come nel resto del mondo. È questo che chiediamo al prossimo governo e Parlamento.
Annamaria Pisapia
“Se così accadesse, – continua – questo sarebbe un disastro, non solo perché protrarrebbe la sofferenza di centinaia di migliaia di animali negli allevamenti italiani ogni anno, ma perché continuerebbe a danneggiare l’ambiente e la salute di noi cittadini. È fondamentale cambiare strada, e portare l’allevamento intensivo a fine corsa, in Italia come nel resto del mondo. È questo che chiediamo al prossimo governo e Parlamento. Ci rincuora che alcuni partiti e candidati abbiano aderito alle nostre proposte in questo senso – chi ha a cuore gli animali e la sopravvivenza del pianeta saprà scegliere di conseguenza alle prossime elezioni”.
Approfondisci:
Schema riepilogativo delle adesioni dei partiti al manifesto “Anche gli animali votano”
Analisi degli impegni sugli animali presenti nei programmi dei partiti