L’organo di controllo per la sicurezza alimentare dell’UE ha confermato che l’attuale legislazione europea non tutela gli animali durante il trasporto – un problema contro il quale i cittadini protestano da tempo.
La prova della loro sofferenza
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato cinque nuovi report, riportando nero su bianco le prove scientifiche della sofferenza degli animali quando vengono trasportati per la vendita, l'ingrasso o la macellazione. I pareri scientifici riguardano ovini e caprini, cavalli e asini, bovini e vitelli, suini e animali trasportati in container, tra cui polli, galline ovaiole, tacchini e conigli.
I documenti mettono in luce i pericoli a cui gli animali sono esposti in base alle normative vigenti. L’agenzia chiede più spazio, l’abbassamento delle temperature massime e la riduzione dei tempi di viaggio: questioni fondamentali da affrontare nella revisione della legislazione sul benessere degli animali da parte della Commissione.
È necessario fare di più
“Sebbene senza esporsi, l'organo di controllo per la sicurezza alimentare dell’UE ha appena confermato ciò che i cittadini sanno da sempre: che gli animali soffrono durante il trasporto e che la legislazione dell’UE non è adatta allo scopo,” commenta Olga Kikou, responsabile di Compassion in World Farming UE.
“Le raccomandazioni dell'agenzia sono ancora piuttosto limitate. Pur affermando che dopo 12 ore senza alimentazione le cellule intestinali di un pollo si rompono, l’agenzia raccomanda ancora un limite massimo di 12 ore per la durata del viaggio del pollame,” spiega Kikou. “Lo stesso vale per i conigli: hanno un sistema digestivo molto sensibile ed estremamente veloce; devono continuare a mangiare altrimenti rischiano di patire di una morte dolorosa durante questi viaggi infernali”.
“È fondamentale che i politici siano più ambiziosi del minimo indispensabile oltre il quale il corpo degli animali collassa e che l’agenzia ha delineato”, continua. “I politici dovrebbero anche prendere una posizione forte contro le esportazioni verso Paesi terzi che non soddisfano i nostri standard di protezione degli animali”.
“Siamo ora in attesa della proposta della Commissione su come rivedere le regole attuali. La Commissione dovrebbe prendere in considerazione la volontà delle cittadine e dei cittadini che da sempre lottano per mettere fine a questo commercio crudele,” conclude.