Oggi (12 novembre), nel contesto della conferenza sul clima COP27 in corso in questi giorni in Egitto, abbiamo unito le forze con associazioni da tutto il mondo per lanciare un nuovo movimento globale per mettere fine all’allevamento intensivo.
Sostenuta da numerose ONG, personalità di spicco e celebrità – come il protagonista della serie Succession Brian Cox, la star di X-Men 2 e The Good Wife Alan Cumming e il messaggero di Pace delle Nazioni Unite e fondatrice del Jane Goodall Institute, la famosa etologa Jane Goodall – la nuova campagna Fine corsa per l’allevamento intensivo (in inglese: End of the Line for Factory Farming) parte con il lancio di una piattaforma di petizione multilingue per mobilitare persone da tutto il mondo nella richiesta ai leader mondiali di porre fine agli allevamenti intensivi tramite un accordo globale.
La popolazione italiana si è espressa
In occasione del lancio, abbiamo pubblicato un nuovo sondaggio, secondo cui il 75% degli adulti italiani ritiene che l’allevamento intensivo anteponga il profitto alla cura del clima e dell’ambiante.
Lo studio di YouGov – condotto in 13 Paesi – rivela anche che la popolazione italiana adulta ritiene che gli allevamenti intensivi antepongano i profitti al benessere degli animali (77%) e alla salute dei consumatori di prodotti d’origine animale (71%).
Il sostegno delle celebrità
Brian Cox, attore di fama mondiale che sostiene la campagna e ha firmato la petizione, afferma: “Combattere il cambiamento climatico è una delle lotte più importanti del nostro tempo, ma per cambiare il corso di questa crisi, dobbiamo affrontarne le cause alla radice, e l’allevamento intensivo di animali è una di queste. Al di là della sofferenza che infligge agli animali, gli allevamenti intensivi minacciano il futuro stesso del nostro pianeta. Ecco perché sostengo la campagna di Compassion in World Farming, Fine corsa per l’allevamento intensivo.”
La denuncia all’impatto dell’allevamento intensivo
Per promuovere l’iniziativa, delle bici vela hanno fatto la loro apparizione in punti celebri di New York, Londra e Parigi per sensibilizzare il pubblico sull’impatto dell’allevamento intensivo sul clima. Oltre un terzo (37%) degli italiani che hanno risposto al sondaggio non era a conoscenza del fatto che il settore zootecnico produce più gas serra delle emissioni di tutti gli aeroplani, treni e macchine del mondo insieme.
Perché ora?
Questa settimana gli occhi del mondo sono stati puntati sull'Egitto, dove intellettuali e decisori politici si sono uniti ai leader mondiali per discutere soluzioni alla crisi climatica e impegnarsi a raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Ma non si può affrontare la sempre più grave crisi climatica senza porre fine all’allevamento intensivo.
Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia, dichiara: “Oggi più che mai è evidente che l’allevamento intensivo ha le ore contate. Non solo è la più grande causa di crudeltà sugli animali al mondo e un significativo fattore di perdita di fauna selvatica, ma se non vi mettiamo fine – se non lo portiamo a fine corsa – semplicemente non abbiamo speranze di fermare la sempre più grave emergenza climatica.”
“La nostra ricerca dimostra che il pubblico italiano non si lascia convincere dalla propaganda dell’industria, secondo cui l’allevamento intensivo è ‘necessario per sfamare il mondo’. I grandi produttori di carne tengono in piedi un sistema ad alto profitto senza tenere conto del suo impatto su clima, salute umana e benessere animale. Nonostante gli italiani si siano dimostrati tra i più consapevoli, dal sondaggio è emerso che in molti non sono al corrente del fatto che il settore zootecnico provoca più emissioni sul clima del trasporto.”
“Con la campagna #FineCorsa vogliamo mobilitare sostegno da tutto il mondo per indurre i leader globali a porre fine a questa pratica crudele e distruttiva e a trasformare il nostro sistema alimentare affinché diventi rispettoso degli animali, delle persone e del pianeta. Per fare questo è necessario intervenire anche sul consumo insostenibile di carne, pollame, pesce e latticini – soprattutto nei Paesi ad alto consumo.”
“Esortiamo i singoli cittadini, le aziende più lungimiranti, le ONG e tutti coloro che hanno a cuore gli animali, il nostro pianeta e la nostra stessa salute a unirsi oggi stesso a questo movimento globale. O si arriva a #FineCorsa per l’allevamento intensivo, o la fine sarà la nostra.”