L’allevamento intensivo e l’eccessivo consumo di carne e prodotti di origine animale hanno un terribile impatto sulle foreste del Pianeta, lo ripetiamo ormai da anni.
Oggi, giornata che l’ONU dedica alle foreste, vogliamo ricordare perché è urgente invertire la rotta: dobbiamo proteggere le foreste se vogliamo proteggere il nostro futuro.
Ci nutrono
Anche se ha un ruolo minimo in termini di apporto calorico, il cibo che si ricava dalle foreste contribuisce a una dieta varia – favorendo una flora batterica intestinale sana – e ha un valore nutritivo e culturale importante per le popolazioni indigene e rurali, spesso a rischio di insicurezza alimentare.
Gli alimenti provenienti dalle foreste, come funghi e frutti di bosco, contribuiscono da tempo anche alle diete dei Paesi industrializzati.
Curano corpo e anima
Per la salute dei popoli delle foreste, che spesso vivono in aeree remote e senza assistenza sanitaria, questi ecosistemi sono cruciali: secondo le stime dell’OMS circa l’80% della popolazione mondiale dipende dalla medicina tradizionale per i propri bisogni primari di salute, e la conoscenza delle piante medicinali ne è un tassello fondamentale.
Le medicine di origine vegetale svolgono un ruolo sempre più importante nella medicina moderna, con molti prodotti farmaceutici derivati dalla vegetazione di foreste tropicali. Alcuni di questi farmaci vengono usati come antimalarici, trattamenti per i tumori e il diabete.
Si pensa che respirare aria fresca e composti organici volatili emessi dagli alberi rafforzi il sistema immunitario, promuovendo una migliore salute fisica e mentale. Questo concetto spiega il successo crescente di terapie incentrate sulle foreste e dei cosiddetti “bagni di foresta” – come è conosciuta in Giappone la pratica di fare tranquille passeggiate nelle foreste.
In molte culture la foresta rappresenta un elemento chiave per la salute spirituale: spesso, le popolazioni indigene associano lo stato di salute della foresta alla salute collettiva della comunità.
Diversi studi dimostrano che il contatto con le foreste contribuisce a ridurre lo stress e a migliorare l’umore. In particolare, si riscontra una riduzione di stress, depressione, fatica, ansia generalizzata, una migliore stabilità psicologica anche nei casi di alcolismo, maggiore capacità di attenzione e vitalità. Gli effetti positivi sono replicati anche per il benessere e la lucidità mentale di pazienti oncologici.
Le foreste contribuiscono a ridurre lo stress della vita urbana, riducendo l’inquinamento, il rumore e l’effetto “isola di calore”. Stare a contatto con la natura sembra anche ridurre lo stress dovuto alle disuguaglianze economiche, con maggiori benefici perle persone con redditi più bassi.
Un equilibrio da proteggere
Alterare questo equilibrio è, invece, dannoso per tutti: per le foreste, per gli animali che le abitano e per tutte e tutti noi. Ed è quanto accade ogni giorno a causa della deforestazione, spinta dal consumo eccessivo di carne nelle nostre società: l’allevamento di bovini per la loro carne e la produzione di soia – per tre quarti coltivata per alimentare animali allevati – e olio di palma sono i principali fattori di deforestazione al mondo.
Con gravi conseguenze anche per la nostra salute: circa il 60% delle malattie infettive sono trasmesse all’umanità dagli animali (sono cioè zoonosi). Fra i principali fattori che ne aumentano il rischio, l’ONU elenca l’agricoltura e allevamento intensivo, la deforestazione, il cambiamento climatico e l’antibiotico-resistenza. Il sistema alimentare globale deve cambiare: proteggiamo le foreste, proteggiamo il nostro futuro.