L’Autorità per la sicurezza alimentare dell’UE, L’European Food Safety Authority (EFSA), conferma quanto ribadiamo da anni: tenere le vacche allevate per il latte alla posta – e quindi sempre legate – e confinare in gabbia oche, anatre e quaglie nuoce al loro benessere.
Il parere scientifico – che segue altri pareri dell’agenzia UE relativi a scrofe, polli broiler, galline e vitelli – arriva a pochi mesi dall’attesa proposta di revisione delle norme per il benessere animale da parte della Commissione Europea, prevista per la seconda parte dell’anno.
Cosa sostiene la ricerca
Per le vacche allevate per il latte
I ricercatori scientifici affermano che il benessere delle vacche “permanentemente legate alla posta” è compromesso, poiché non riescono a risposare, né a esprimere i comportamenti naturali legati alla loro gravidanza. L’assenza di una stabulazione adeguata comporta, inoltre, ferite dolorose e problemi di salute, come mastiti.
Nel proprio parere, l’EFSA raccomanda che le vacche abbiano accesso al pascolo, a lettiera spessa e spazzole che permettano loro di tenersi pulite e a proprio agio, oltre a uno spazio al coperto di almeno 9m2 a vacca.
Noi di CIWF accogliamo con favore queste raccomandazioni, che vanno anche oltre l’attuale normativa europeaper il biologico, che prevede solo 6m2 al coperto per vacca.
Per anatre, oche e quaglie
L’EFSA conferma che, quando confinate in gabbia, anatre, oche e quaglie soffrono per “la restrizione di movimento, lo stress di gruppo, l’impossibilità di esprimere i loro comportamenti naturali, lesioni ossee e ai tessuti molli e danni al tegumento [alla cute], disturbi locomotori, l’impossibilità di esprimere comportamenti esploratori o di ricerca di cibo e di predeposizione e nidificazione”.
Per questa ragione, gli esperti raccomandano che questi volatili non vengano confinati in gabbia e affermano che – qualora sottoposti a confinamento –venga assicurato loro maggiore spazio. Ad anatre e oche, spiegano, dovrebbe essere garantito l’accesso ad acque libere e un’area esterna. Ogni uccello dovrebbe avere spazio alto abbastanza per saltare o volare senza ferirsi: per le quaglie, questo equivale un’altezza stimata di 1,5 metri.
Una riforma oramai dovuta
“La scienza parla chiaro: anatre, oche e quaglie non devono essere confinate in gabbia, e le vacche allevate per il loro latte non devono essere legate in angusti cubicoli,” ha affermato Olga Kikou, direttrice di Compassion in World Farming EU. “Ci aspettiamo che i politici europei ascoltino la scienza e mantengano la loro promessa di mettere fine all’uso di gabbie negli allevamenti, assicurando agli animali allevati una vita che sia degna di essere vissuta.”
“È tanto tempo che i cittadini e le cittadine dell’UE attendono la riforma delle leggi sul benessere animale in Europa, ma la lobby dei giganti dell’industria zootecnica ha ingaggiato una battaglia senza esclusione di colpi per fermare o invertire ogni passo avanti. Questi interessi particolari stanno mettendo a rischio la democrazia europea, a maggior ragione con le elezioni dietro l’angolo. Tutti gli occhi sono puntati sulla Commissione, ora,” ha aggiunto Olga.
Un destino di sofferenza per milioni di animali
L’Unione Europea è il maggior produttore di latte e conta circa 20 milioni di vacche allevate per la sua produzione. Queste vacche devono partorire un vitello all’anno per produrre latte per dieci mesi all’anno. Poco dopo la loro nascita, i loro piccoli vengono portati via – una pratica disumana che causa profondo stress e privazione sia alla madre che al vitello. Entro tre mesi dopo il parto, la vacca viene in genere inseminata di nuovo, artificialmente. Le pessime condizioni di stabulazione e management a cui questi animali sono sottoposti portano spesso a zoppie e mastiti.
Ogni anno, nell’UE vengono allevate circa 35 milioni di anatre (il 90%) e oche per la produzione di foie gras, principalmente in Francia, Ungheria e Bulgaria. La maggior parte di questi volatili trascorre le ultime due settimane della propria vita confinata in gabbia, dove è tenuta per essere alimentata a forza. Sia il confinamento in gabbia che l'alimentazione forzata sono pratiche brutali e ingiustificabili. Non essendo parte del mandato conferitole dalla Commissione europea, L'EFSA non si è espressa sull’alimentazione forzata.
Ogni anno, circa 300 milioni di animali allevati trascorrono tutta o una parte significativa della loro vita confinati in gabbie, dalle scrofe nelle gabbie da gestazione alle galline che depongono le uova nelle cosiddette gabbie “arricchite”.
La revisione della legislazione europea
Tuttavia, quest’anno abbiamo un’occasione storica per cambiare il destino di milioni e milioni di animali allevati in Europa: la revisione della normativa europea sul benessere animale, che la Commissione proporrà entro la fine del 2023.
La revisione riguarderà diverse tematiche sul benessere degli animali, gabbie incluse. Infatti, nel giugno del 2021 la Commissione si è impegnata a proporre una legge per mettere fine all’uso delle gabbie negli allevamenti, in risposta alla campagna End the Cage Age, sostenuta da 1,4 milioni di europei e iniziata da noi di Compassion in World Farming.
In questo contesto, la Commissione europea ha incaricato l’EFSA di produrre una serie di pareri scientifici. L'EFSA ha già pubblicato relazioni scientifiche sulle galline ovaiole, i polli allevati per la loro carne, i suini, il trasporto di animali e i rischi per la salute che ne derivano. Questi ultimi due pareri (sulle vacche allevate per il loro latte e sulle anatre, oche e quaglie) sono gli ultimi a essere pubblicati, in vista della proposta legislativa prevista per la fine dell’anno.
Scopri di più sulla revisione della normativa UE sul benessere animale alla pagina dedicata e scarica il position paper con le nostre richieste alla Commissione UE.