Cattive notizie dall'Unione europea: il divieto di allevamento in gabbia e una revisione ambiziosa della normativa UE di tutela del benessere animale sono a rischio.
Lo Stato dell'Unione
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha tenuto oggi il suo discorso sullo Stato dell’Unione, senza fare alcun riferimento alla proposta di revisione della legislazione sul benessere animale, che doveva includere anche norme per l’eliminazione progressiva dell’uso delle gabbie nella zootecnia.
Un’omissione da cui si evince che l’impegno della Commissione europea di vietare l’allevamento in gabbia rischia di essere accantonato. Un divieto di questa crudele forma di allevamento è un impegno che la Commissione europea aveva preso in risposta all’Iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age, uno strumento simile al referendum che aveva raccolto 1,4 milioni di firme certificate.
Fiducia tradita
“È una scandalosa dimostrazione di disprezzo della voce dei cittadini, in un momento in cui le persone stanno già perdendo fiducia nell’Unione europea,” abbiamo commentato assieme a ENPA, LAV, LNDC Animal Protection, associazioni che insieme a noi partecipano alla coalizione italiana End the Cage Age. Una cosa è chiara: non lasceremo nulla di intentato per assicurarci che l’UE rispetti la parola data.
Passi indietro
Lo scorso lunedì, il Financial Times aveva riportato che l’UE stava valutando di abbandonare i propri piani per una normativa di tutela del benessere animale più ambiziosa, che prevedeva di includere il divieto dell’uso delle gabbie negli allevamenti.
Nel discorso di oggi, relativo alle priorità della Commissione europea, la presidente von der Leyen non ha menzionato alcun piano di pubblicazione delle nuove norme. In risposta alle richieste della grande lobby agricola, ha annunciato invece una strategia per un “maggiore dialogo” con gli agricoltori, senza considerare le infinite consultazioni, gli incontri e i pareri scientifici che si sono susseguiti negli ultimi anni, con il coinvolgimento anche di decine di migliaia di cittadini nel processo decisionale. I funzionari della Commissione hanno anche investito importanti risorse e fondi pubblici per preparare i disegni di legge.
Due anni fa, la Commissione europea si è impegnata a mettere fine all’uso delle gabbie negli allevamenti, in risposta all’Iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age”, iniziata da Compassion in World Farming, e sostenuta da oltre 170 associazioni in Europa, con le firme di 1,4 milioni di cittadini. Si è trattato di un impegno primo nel suo genere da quando l’UE ha introdotto questo strumento di partecipazione democratica, oltre dieci anni fa. La Commissione aveva previsto la revisione della legislazione UE sul benessere animale per il terzo quadrimestre del 2023.
Estrema sofferenza
Nell’Unione europea, ogni anno circa 300 milioni di animali allevati a scopo alimentare trascorrono gran parte o tutta la loro vita in gabbie o recinti individuali, causa di estrema sofferenza. Le galline e i conigli, per esempio, sono rinchiusi in spazi della grandezza di un foglio A4. Le scrofe sono costrette per quasi metà dell’anno in gabbie in cui non possono neanche girarsi su sé stesse.
“Quello che è successo oggi è uno scandalo. Con l’omissione della revisione della legislazione sul benessere animale e in particolare quella del divieto di allevamento in gabbia, la Commissione europea si sta rimangiando l’impegno di assicurare agli animali una vita degna di essere vissuta. Si è piegata alle richieste della grande lobby agricola e ha affossato le nuove norme per il benessere animale con un rinvio, tradendo la fiducia e la volontà dei cittadini europei. In vista delle prossime elezioni europee, di certo questo non sarà privo di conseguenze,” abbiamo affermato assieme alle altre associazioni.