Lo scorso weekend il team italiano, insieme al nostro CEO globale, Philip Lymbery, era a Ferrara per il Festival di Internazionale: è stata un’occasione per far sentire la nostra voce non solo sul tema del benessere animale, ma anche sugli impatti devastanti degli allevamenti intensivi sulla nostra salute e sulla salute del pianeta.
Restano solo sessanta raccolti
Sabato 30 settembre Philip ha presentato il suo ultimo libro, Restano solo sessanta raccolti, in dialogo con la giornalista e autrice Marina Forti, esperta di temi ambientali. Alla presenza di una sala gremita, l’appassionata testimonianza di Philip ha aperto alla riflessione sui reali costi dell’allevamento intensivo e sul rischio che comporta per la nostra sopravvivenza.
Se non cambieremo presto direzione, infatti, e se continueremo invece ad affidarci a sistemi di produzione alimentare intensivi, che prevedono l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici e comportano la sofferenza di miliardi di creature senzienti ogni anno, i suoli da cui dipende il nostro cibo saranno o scomparsi o inutilizzabili.
“Niente suoli, niente cibo, game over,” ha ribadito Philip.
Durante la presentazione sono emerse con forza anche le soluzioni delineate in Restano solo sessanta raccolti. Una nuova primavera è possibile, perché le alternative ai sistemi intensivi esistono già. Agricoltura rigenerativa, nuove fonti di proteine, riduzione del consumo di carne e di altri prodotti di origine animale: soluzioni che affermino la vita, più giuste e sostenibili, sono a portata di mano.
Fertilità
Il giorno successivo Philip è stato co-protagonista, insieme a Fiorella Belpoggi, ricercatrice esperta in campo oncologico, di un incontro moderato dal giornalista e divulgatore scientifico Federico Taddia a cui hanno assistito oltre 400 persone.
Al centro di questo vivo confronto, la fertilità: dei suoli, e umana, perché come ha ricordato Belpoggi le due sono intimamente collegate. Insieme, i due studiosi hanno esposto come il nostro stile di vita stia distruggendo le fonti stesse da cui dipende il nostro benessere e la nostra sopravvivenza.
Interessante l’immagine evocata su questo tema dalla dott.ssa Belpoggi, che ha paragonato le crisi ambientali e sanitarie che stiamo affrontando a un rubinetto aperto che ci ha allagato casa: “Non limitiamoci ad asciugare a terra con gli stracci, come stiamo facendo ora, ma chiudiamo il rubinetto.”
Tutti noi, ha ribadito l’esperta, possiamo fare la nostra parte. Un invito che lo stesso Philip ha rinnovato, immaginando un futuro in cui le sostanze chimiche sono chiuse nei capannoni mentre gli animali sono liberi dall’inferno in terra cui sono costretti ora: “Come consumatori, tutti noi possiamo fare la nostra parte, mangiando più vegetali, adottando una dieta più bilanciata, e assicurandoci che i prodotti di origine animale che consumiamo vengano da sistemi migliori di allevamento, al pascolo.”