Bocciato ieri al Senato l’emendamento “cage-free” alla Legge di Bilancio per il 2024, che avrebbe istituito un fondo per favorire la transizione all’allevamento senza gabbie. Nonostante gli oltre 3.500 tweet inviati ai Ministri dell’Economia e dell’Agricoltura e a relatrici e relatori della Legge al Senato, il Governo sceglie di non investire nel benessere degli animali allevati e nel rendere più rispettoso e competitivo il settore zootecnico italiano.
Un’occasione sprecata
L’emendamento “Fondo per allevamenti cage-free” prevedeva uno stanziamento di 25 milioni di euro per agevolare la transizione della zootecnia italiana a forme di allevamento senza gabbie, più rispettose degli animali e in linea con le ultime evidenze scientifiche. Una richiesta che però ieri è stata respinta al Senato, nel corso della seduta della Commissione Bilancio, durante la quale sono stati discussi gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2024.
Sebbene il Governo abbia più volte proclamato di voler promuovere il Made in Italy e le eccellenze italiane, la mancata approvazione dell’emendamento di fatto conferma che l’esecutivo non ha intenzione di aiutare la zootecnia italiana a essere più competitiva a livello internazionale e al passo con le esigenze di consumatori e consumatrici.
Altri Paesi invece stanno programmando e investendo nella transizione all’allevamento senza l’uso di gabbie, così come richiesto dalla società civile e dai consumatori, sempre più sensibili alla sofferenza degli animali. Una transizione, peraltro, anche in linea con le più recenti evidenze scientifiche, che ribadiscono l’incompatibilità dell’allevamento in gabbia con il benessere animale.
Il voltafaccia della Commissione UE
Il fronte per mettere fine alla crudeltà delle gabbie è aperto tutt’oggi anche a livello europeo. In risposta all’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) “End the Cage Age”, promossa da CIWF insieme a oltre 170 associazioni da tutta l’UE e con al suo attivo 1,4 milioni di dichiarazioni di sostegno certificate, la Commissione europea si era impegnata a pubblicare, entro il settembre 2023, una proposta legislativa per eliminare progressivamente l’uso delle gabbie negli allevamenti. La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha espresso nei propri pareri scientifici raccomandazioni a favore di metodi di allevamento cage-free.
Tuttavia, questo impegno non è stato mantenuto e la proposta legislativa contro le gabbie non è ancora stata presentata. Questo voltafaccia della Commissione UE viene di fatto a condannare oltre 300 milioni di animali ogni anno a passare tutta o buona parte delle loro vite in gabbie squallide e anguste. Dando priorità agli interessi dell’industria zootecnica, la Commissione ha tradito il diritto degli animali a una vita libera da sofferenze, e il nostro diritto di cittadine e cittadini europei ad avere la voce che le norme europee ci riconoscono.
Proprio in difesa di questo diritto, il Comitato dei cittadini promotore dell’ICE End the Cage Age ha indirizzato alla Commissione una lettera in cui domanda il rispetto dell’impegno preso e dichiara che, in caso contrario, considererà di ricorrere a vie legali. La battaglia continua, dunque, ed è tutto tranne che persa.
La battaglia continua, in Italia e in UE
Le gabbie sono uno dei simboli più crudeli dell’allevamento intensivo. In difesa dei nostri diritti democratici, e per relegare una volta per tutte questa crudeltà al passato, continuiamo a fare pressione sui decisori politici: nel futuro dell’Italia e dell’Unione europea non c’è spazio per le gabbie. Continua a seguirci, gli animali hanno bisogno di te!