Se vogliamo impedire che la crisi climatica peggiori, dobbiamo affrontarne le cause più profonde: a cominciare dall’allevamento intensivo e dall’agricoltura industriale necessaria a sostenerlo.
L'Italia a secco
Attualmente, il centro e sud Italia, e in particolare la regione Sicilia, stanno affrontando una terribile siccità che – come riportano i media locali e nazionali – sta costringendo le autorità locali ad applicare misure di razionamento dell’acqua, causando perdite economiche enormi e portando al prosciugamento di alcuni laghi.
L'attuale crisi non arriva, tuttavia, inaspettata: a gennaio, il Join Research Centre (JRC) della Commissione europea ha pubblicato un report, avvertendo che “il protrarsi di temperature superiori alla media, le ondate di caldo e le scarse precipitazioni hanno portato a condizioni di grave siccità nella regione mediterranea, colpendo numerose aree dell'Italia meridionale”. Secondo gli esperti, è plausibile aspettarsi che questa preoccupante tendenza continui nel prossimo futuro*.
Le cause profonde della crisi
È evidente, l'attuale crisi climatica non può essere fronteggiata, e neanche mitigata, se non vengono prese in considerazione quelle che sono le cause più profonde del cambiamento climatico.
“I nostri sistemi alimentari sono attualmente una delle più importanti cause del cambiamento climatico,” commenta Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia. “Sono responsabili del 31% delle emissioni globali di gas serra, oltre la metà delle quali (57%) è dovuta alla produzione di alimenti di origine animale, a cui si deve quindi il 18% delle emissioni totali di gas serra al mondo”.
Come ripetiamo ormai da lungo tempo, il clima potrebbe trarre beneficio da una significativa riduzione del consumo di carne e latticini, soprattutto nei Paesi ad alto consumo. Se l’UE dimezzasse il consumo di questi prodotti, ciò comporterebbe una riduzione del 23% nell’uso di terreni coltivati pro capite, una diminuzione del 20% nell’uso e nell’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, un calo del 40% nelle emissioni di azoto dall’agricoltura e una diminuzione del 75% nelle importazioni di farina di soia per la produzione di mangimi per gli animali allevati**.
“Porre fine all'allevamento intensivo, e quindi smantellare il sistema insostenibile che lo sorregge, è fondamentale se vogliamo affrontare efficacemente l'attuale crisi climatica. Non possiamo permettere che questo sistema, basato sulla crudeltà verso gli animali, sullo sfruttamento e sull’enorme spreco di risorse, continui a esistere,” conclude Pisapia.
Unisciti anche tu al movimento per mettere fine all'allevamento intensivo, per il bene degli animali, delle persone e del pianeta.
- Compassion in world farming, More money, more meat, 2023. 2023_04_ciwf_meat_reduction_report_final.pdf
- *Joint Research Centre, Prolonged drought and record temperatures have critical impact in the Mediterranean. https://joint-research-centre.ec.europa.eu/jrc-news-and-updates/prolonged-drought-and-record-temperatures-have-critical-impact-mediterranean-2024-02-20_en
- *Joint Research Centre, Drought conditions in Europe by the end of June 2024. https://joint-research-centre.ec.europa.eu/european-and-global-drought-observatories/current-drought-situation-europe_en
- *Peres, D. J., Bonaccorso, B., Palazzolo, N., Cancelliere, A., Mendicino, G., and Senatore, A.: On the use of standardized drought indices (SPI and SPEI) for assessing future climate change impacts on drought: introducing a dynamic approach, EGU General Assembly 2024, Vienna, Austria, 14–19 Apr 2024, EGU24-10948. https://doi.org/10.5194/egusphere-egu24-10948, 2024
- **Westhoek, H. et al., 2014. Food choices, health and environment: Effects of cutting Europe’s meat and dairy intake. Global Environmental Change, Vol 26, May 2014 p196-205. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959378014000338
- **Vanham, D., Mekonnen, M. and Hoekstra, A., 2013. The water footprint of the EU for different diets, Ecological indicators 32, 1-8