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Le aziende spingono per un'UE senza gabbie, necessario il divieto

News Section Icon Pubblicato 10/09/2024

Un nuovo report lanciato oggi (10 settembre) mostra come importanti aziende alimentari europee stiano spianando la strada verso l'allevamento senza gabbie in Europa, ma hanno bisogno che l'UE tenga fede al proprio impegno di vietare l’allevamento in gabbia.

Il report Le aziende alimentari preparano il terreno per un’Europa senza gabbie, realizzato dal nostro dipartimento Settore Alimentare, presenta alcuni casi studio in cui aziende leader come Barilla, Carrefour e il produttore suinicolo Fumagalli stanno eliminando, gradualmente ma con successo, le gabbie dalle proprie filiere.

Questo dimostra che l'allevamento senza l'uso di gabbie non solo è possibile, ma è già in atto. Queste aziende ora hanno bisogno che l'UE sostenga la transizione creando condizioni di equità e garantendo una concorrenza leale sul mercato, rispettando l'impegno assunto nel 2021 di presentare una proposta per vietare l'allevamento in gabbia nell'UE.

Un gruppo di oche cammina in un allevamento all'aperto
© iStock

L'UE deve mantenere la promessa di vietare l'allevamento in gabbia

Dopo il successo dell'iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age” , firmata da oltre 1,4 milioni di cittadine e cittadini europei, la Commissione UE si è impegnata ufficialmente a presentare una proposta per mettere fine all'allevamento in gabbia entro la fine del 2023. Sebbene l'ultima Commissione non abbia mantenuto l'impegno, è incoraggiante il consenso raggiunto nel Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura nell'UE. Esortiamo ora il nuovo esecutivo ad adottarne le raccomandazioni e a presentare le proposte per vietare l'allevamento in gabbia entro e non oltre il 2026.

Una schiacciante maggioranza di nove cittadini e cittadine UE su dieci (89%) ritiene che gli animali non debbano essere allevati in gabbie individuali e numerose evidenze scientifiche confermano che le gabbie sono estremamente nocive per il benessere degli animali. Ciò include anche gli ultimi pareri scientifici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), in cui si raccomanda che non vengano più utilizzate le gabbie per galline ovaiole, scrofe, quaglie e oche. Tuttavia, circa 300 milioni di animali allevati nell'UE continuano a soffrire in gabbia ogni anno.

Le persone richiedono prodotti con standard di benessere animale più alti

A fronte di una crescente richiesta di prodotti “cage-free” e con più alti standard di benessere da parte di consumatori e consumatrici, diverse aziende alimentari hanno deciso spontaneamente di abbandonare le gabbie. Solo per le galline ovaiole, le aziende alimentari, tra cui nomi noti come KFC, Subway, Nestle e Unilever, hanno assunto oltre 1.400 impegni in tutta Europa.

Leonardo Mirone, SG Leader Filiere per Barilla G. e R. F.lli, afferma: “Barilla si è adoperata per fare in modo che tutti i fornitori di materie prime di origine animale rispettino non solo i requisiti di legge, ma anche migliori standard e criteri di benessere animale. E con orgoglio annunciamo di aver raggiunto il nostro obiettivo cage-free nel 2019. […] Un passo fondamentale per sostenere e favorire la trasformazione dell’intero settore sarebbe l’introduzione da parte della Commissione europea di una normativa che sancisca il divieto di utilizzo delle gabbie.

Anche Pietro Pizzagalli, Direttore generale di Fumagalli, azienda produttrice di salumi leader in Italia per l'allevamento di scrofe senza gabbie, ha dichiarato: “Il benessere animale è sempre stato un elemento fondamentale delle nostre strategie di sviluppo e investimento. Dimostrando il nostro impegno per un futuro cage-free, siamo passati volontariamente a sistemi di gestazione e di allattamento senza gabbie, ampliando le opportunità per i supermercati in tutta Europa di accedere a salumi e insaccati provenienti da animali non in gabbia. Come pionieri della transizione cage-free in Italia, esortiamo i legislatori a sostenere i nostri sforzi adottando un divieto totale di utilizzo delle gabbie.

Tracey Jones, Direttrice globale del nostro dipartimento Settore Alimentare, ha affermato: “Gli scienziati sostengono l’appello a porre fine ai sistemi in gabbia. Le cittadine e i cittadini europei chiedono un cambiamento. Le aziende stanno dimostrando che un allevamento senza gabbie di successo non solo è possibile su larga scala, ma è anche la cosa giusta da fare per le aziende, la loro clientela e gli animali allevati nelle loro filiere.

Con il destino delle gabbie ormai segnato, i produttori attendono con impazienza indicazioni sui tempi, sui requisiti minimi dei sistemi e sul modo in cui verrà sostenuta la loro transizione verso un futuro senza gabbie. Esortiamo il nuovo Collegio dei Commissari a mettere tra le sue principali priorità la proposta legislativa promessa per l'eliminazione graduale delle gabbie, e consegnarle così una volta per tutte ai libri di storia.”

Visita il sito www.endthecageage.eu per scoprire che cosa puoi fare anche tu per contribuire a mettere fine all'era delle gabbie.

Globe

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