Land grabbing, letteralmente «accaparramento della terra» si riferisce all'acquisizione su larga scala di terreni agricoli da parte di multinazionali, governi o privati. Molto spesso questi terreni vengono deforestati e trasformati in monoculture o allevamenti di bestiame.
Le popolazioni incontattate che da sempre hanno vissuto su questi territori, a causa dell'intensificazione dell'agricoltura e dell'arrivismo dell'uomo occidentale, trovano spesso povertà e morte.
Abbiamo intervistato Alice Farano di Survival International Italia per capire le implicazioni tra allevamento intensivo e la sopravvivenza dei popoli indigeni.
Quanti sono e dove si trovano i popoli incontattati minacciati nel mondo? Cosa li minaccia?
Non si può sapere esattamente quanti siano, ma sappiamo con certezza che esistono: lo provano le tracce che lasciano dietro di sé (utensili e case abbandonate frettolosamente sotto l’avanzare degli invasori) e alcuni incontri fortuiti e fugaci. Nel mondo stimiamo che siano certamente più 100. La concentrazione maggiore è in Brasile: secondo il Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni FUNAI, i gruppi isolati sono almeno 77. 15 popoli vivono invece in Perù, in Asia li troviamo nelle Isole Andamane e in Nuova Guinea. Il resto vive tra Bolivia, Colombia, Ecuador e Paraguay. Ognuno di questi popoli è unico e le loro lingue, le loro culture e le loro visioni del mondo sono insostituibili.
Sono sicuramente i popoli più vulnerabili del pianeta. Le malattie introdotte dall’esterno potrebbero spazzarli via, perché non hanno difese immunitarie verso virus da noi molto comuni come l’influenza o il morbillo. Ma non sono solo le malattie, i popoli incontattati vengono sterminati anche dalla violenza di esterni che rubano loro terre e risorse. Sono circondati su tutti i fronti: le compagnie petrolifere e del legname invadono i loro territori alla ricerca di risorse naturali; i coloni usurpano le loro terre; le strade che vengono costruite nei loro territori aprono le porte a bracconieri, missionari fondamentalisti, epidemie e turisti.
In che modo l’allevamento e l’agricoltura intensiva minacciano i popoli incontattati?
Le foreste da cui dipendono per il loro sostentamento sono tagliate a ritmi vertiginosi. Dopo averne sfruttato il legname pregiato, vengono trasformate in allevamenti di bestiame e grandi piantagioni commerciali, in aperta violazione delle leggi internazionali sui popoli indigeni.
Le tribù si trovano a vivere costantemente in fuga dai bulldozer e la selvaggina, essenziale per il loro sostentamento, scarseggia sempre più.
Senza possibilità di nutrirsi e senza più luoghi dove rifugiarsi, in molti casi i popoli incontattati si trovano costretti a uscire dalla foresta e dall’isolamento, con gravi conseguenze per la loro salute. Solitamente, infatti, entro un anno dal primo contatto più del 50% della tribù viene sterminato da malattie portate dall’esterno.
Ci sono dei casi specifici? Ci può raccontare la loro storia?
Un caso esemplare è quello degli Ayoreo del Paraguay: gli ultimi Indiani incontattati rimasti nel continente sudamericano al di fuori del bacino amazzonico. Gli Ayoreo-Totobiegosode vivono nel Chaco paraguaiano, una vasta regione di fitta foresta arida che si estende dal Paraguay verso la Bolivia e l’Argentina, famosa per la sua diversità biologica. Qui, la compagnia brasiliana Yaguarete Pora S.A. e la spagnola Itapoti S.A. stanno disboscando illegalmente la foresta degli Ayoreo per far spazio ad allevamenti di bestiame. La pressione che esercitano è smisurata.
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Molti Ayoreo sono stati costretti a uscire dalla foresta, mentre altri membri della tribù continuano a evitare ogni contatto con l’esterno e a vivere in isolamento. Devono, però, convivere con il timore costante che i bulldozer radano al suolo la loro foresta, in continua diminuzione. Nel frattempo, molti dei loro parenti contattati sono morti o continuano a soffrire per una rara malattia respiratoria simile alla tubercolosi, prima sconosciuta.
Dal 1993 la tribù rivendica una piccola parte del suo territorio ancestrale, ma finora ne ha recuperata solo una minuscola porzione. E, intanto, l’area del Chaco paraguaiano soffre del tasso di deforestazione più alto del mondo: uno studio dell’Università del Maryland ha rivelato che a provocare la devastazione è proprio “lo sviluppo degli allevamenti di bestiame”. Dati recenti parlano di 14 milioni di alberi abbattuti in un mese.
http://www.survival.it/notizie/11116
L’Europa, l’Italia, sono in qualche modo implicate negli affari che minacciano
i popoli incontattati?
Siamo coinvolti anche noi. È anche per produrre carne destinata al mercato europeo, e soddisfare le nostre richieste alimentari, che le foreste degli Ayoreo incontattati vengono abbattute. In un rapporto consegnato all’ONU, la stessa compagnia Yaguarete ha confermato di aver già iniziato a esportare parte della sua carne in Europa, ma non ha fatto alcun riferimento alla presenza di gruppi incontattati nell’area di produzione.
Il principale importatore è, in realtà, la Russia, ed è per questo che l’anno scorso Survival ha lanciato nel paese una campagna pubblicitaria per invitare i consumatori a non comprare carne proveniente dal Paraguay.
Quali sono i popoli che vivono le emergenze più gravi in questo momento e cosa possiamo fare per aiutarli?
Le emergenze sono molte… dai popoli incontattati del Perù minacciati dai taglialegna che vogliono sfruttare le risorse naturali nella loro terra, ai Kawahiva del Brasile – la cui foresta è nel mirino di un allevatore anche noto per essere il ‘politico più corrotto del Brasile’.
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I Guarani del Mato Grosso do Sul, in Brasile, vivono una situazione particolarmente drammatica. Dalla colonizzazione in poi si sono visti sottrarre praticamente tutto il loro territorio. Ondate successive di deforestazione hanno trasformato la loro terra ancestrale in una vastissima rete di allevamenti di bestiame e piantagioni di soia, mais e canna da zucchero.
http://www.survival.it/popoli/guarani
Oggi vivono ammassati in piccole riserve sovraffollate o in accampamenti di fortuna ai margini delle strade dove dilagano malnutrizione, malattie, alcolismo e un allarmante tasso di suicidi – il più alto al mondo. Come se non bastasse, i leader guarani che lottano per il riconoscimento e la restituzione delle loro terre vengono spesso individuati, attaccati e assassinati dalle guardie armate al soldo dei proprietari terrieri. Negli ultimi mesi, purtroppo, le violenze si stanno intensificando e diverse comunità sono state attaccate.
I Guarani aspettano da anni la restituzione delle loro terre ancestrali, anche perché il Congresso brasiliano è fortemente influenzato dalla lobby agricola che fa di tutto per bloccare le demarcazioni dei territori indigeni. Tutto ciò è vergognoso.
Esiste una soluzione percorribile per arrestare le minacce che gravano su queste popolazioni?
Se le loro terre sono protette e i loro diritti rispettati, i popoli indigeni hanno la possibilità di determinare autonomamente il loro futuro. E la storia dimostra che quando questo accade, possono vivere in salute, e prosperare.
In molti casi, perché questo avvenga, l’opinione pubblica deve mobilitarsi. È la forza più efficace per produrre cambiamenti e influenzare governi e aziende, convincendoli a cambiare atteggiamento. La recente vittoria della nostra campagna in difesa degli Awá del Brasile, la tribù più minacciata del mondo, né è una prova.
Per questo, Survival International ha in corso una campagna per chiedere al Presidente paraguaiano Cartes di impedire alle compagnie produttrici di carne di distruggere la foresta degli Ayoreo e proteggere i diritti della tribù. La nostra pressione deve essere fortissima, ma possiamo farcela!
Chiunque può partecipare visitando questa pagina: http://www.survival.it/e-mail/ayoreo