La nostra salute è davvero in pericolo?
In tutto il mondo 800 milioni di persone soffrono la fame cronica, più di due miliardi di persone sono malnutrite o soffrono di carenze vitaminiche e minerali e quasi due miliardi di persone sono sovrappeso o soffrono di obesità.
La FAO aggiunge che circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vanno perse o sprecate. In alcuni Paesi si arriva a sprecare fino al 35% del cibo disponibile, con costi ambientali e sociali che si aggirano attorno ai 2,600 miliardi di dollari l'anno.
Ma la relazione tra gli allevamenti intensivi e la salute non riguarda solo la quantità, la qualità, la distribuzione e lo spreco del cibo. Oltre a questi grandi e importanti temi, ve ne è anche uno più strettamente connesso con la modalità di produzione del cibo. Sappiamo infatti che gli allevamenti intensivi sono una delle principali cause dell'antibiotico resistenza, un fenomeno che sta preoccupando sempre di più. Una recente ricerca - Review on Antimicrobial Resistance del 2016 - sostiene che nel 2050, 1 persona ogni 3 secondi potrebbe morire per antibiotico resistenza, a livello mondiale.
Obesità, malnutrizione, fame nel mondo, spreco alimenare, antibiotico resistenza: tutti fenomeni causati da una politica agricola sbagliata basata sull'intensificazione dei processi.
Per ora, chi ci guadagna?
Da dove arriva tutta questa insistenza sulla necessità di intensificare la produzione alimentare e la relativa industrializzazione?
Da una parte del mondo, i piatti rimangono vuoti; mentre dall’altra, tra sprechi e scarti, i piatti si riempiono di cibo eccessivamente grasso e malsano. E allo stesso tempo i paesi occidentalizzati stanno mettendo a rischio la salute di tutti (paesi industrializzati e non) rendendo inefficaci i nostri farmaci.
L’alternativa sostenibile che chiediamo prevede un sistema alimentare che garantisca un equo accesso al cibo, il benessere degli animali e un uso razionale dei farmaci: tutti dovrebbero potere mettere nel piatto cibo sufficiente e sano, che non metta in pericolo la nostra salute e non metta in crisi l’efficacia dei farmaci antibiotici più utilizzati.
Fonti
- Carta di Milano, 2015
- Review on Antimicrobial Resistance, 2016 https://amr-review.org/