Il libro ci porta dalla campagna del Sussex, in cui risiede, fino ad arrivare ai mega-allevamenti degli Stati Uniti. La sua ricerca incisiva e la sua narrazione illustrano un dato di fatto: il dominio della grande industria zootecnica ha distrutto il rapporto che per 10.000 anni ha legato l’umanità e il suolo.
L’edizione italiana include un capitolo esclusivo dedicato alle zone rurali più produttive e ricche del nostro Paese, definite emblematicamente “terra senza animali”:
Ho scoperto che gli allevatori della regione agricola più ricca d’Italia avevano dimenticato come tenere gli animali all'aperto. Avevano proprio un gap. Non riuscivano a capire perché non fosse giusto tenerli chiusi tutto il giorno, tutti i giorni.
– Philip in un’intervista a Green&Blue
Il quadro che ne emerge è senza dubbio cupo. Ma Restano solo sessanta raccolti presenta una speranza e delle soluzioni, da ricercare nell’agricoltura rigenerativa. Si tratta di pratiche visionarie che rispettano il suolo, la fauna selvatica e gli animali allevati . Sono queste che, in ultima analisi, potranno offrire un futuro migliore per i nostri figli.
Tutti i proventi dei libri di Philip sono destinati a Compassion in World Farming.